mercoledì 20 gennaio 2010

KOSOVO.

POLLI PER TORNARE A CASA.

Tatiana si sposta in macchina perchè, come tutti quelli che possono permetterselo, ha due targhe diverse, una della repubblica del Kosovo (Ks), l'altra del "Kosovo serbo".
"Mi sono costate 1.500 euro", racconta.
"In ogni modo non so cosa mi succederà il giorno che avrò un incidente stradale, visto che non conosco neanche una parola di albanese".
Il Kosovo ha una sola centrale elettrica, vicino Pristina.
Una centrale che non rispetta nessuna delle norme per la tutela dell'ambiente.
La comunità internazionale ha investito cinquecento milioni di euro per modernizzarla, ma è stato inutile.
Stefan, dipendente di una ong, mi ha dato un passaggio nella regione di Gjakova, "Da queste parti non abbiamo l'abitudine di pagare l'elettricità", mi spiega.
"Non lo facevamo sotto Milosevic e non lo facciamo neanche oggi.
In compenso molti hanno comprato un generatore.
Tutti i negozi, i parrucchieri, i caffè ne hanno uno.
Quando non c'è corrente, si sente il loro ronzio in tutta la città.
E' molto più caro della bolletta, ma non si può fare diversamente.
La centrale, infatti, vive solo grazie all'energia che esporta in Macedonia".
Incontro di nuovo il fuoristrada di Florant e Dusan, la jeep dell'amicizia serbo-albanese.
Ci fermiamo nel villaggio di Biljak.
Una decina di case in costruzione, una piccola moschea e una chiesa ortodossa.
Il sindaco, un albanese, ha fatto parlare di sè perchè ha annunciato che avrebbe offerto polli ai serbi che avessero deciso di vivere nel suo villaggio.
I miei due amici vogliono saperne di più su questa offerta.
"Dopo il 1999 tutti i serbi sono andati via per paura delle rappresaglie.
Ma non tutti hanno potuto rifarsi una vita in Serbia", spiega il sindaco.
"Oggi Belgrado protesta contro la nostra indipendenza, ma in Serbia i serbi del Kosovo non sono trattati bene.
Negli ultimi quattro anni dodici famiglie sono tornate.
Ricostruiamo la loro casa e li aiutiamo a reinserirsi.
E' l'Onu che paga.
Ma non basta, perchè qui non hanno lavoro.
Per questo abbiamo pensato di dargli i polli.
Così possono creare dei piccoli allevamenti e vendere le uova e i polli, oltre ad avere da mangiare".Forse questa iniziativa permetterà ai serbi di tornare.
"Ma a che cosa serve tutto questo se non riuscite ad andare d'accordo?. chiedo.
"A dimostrare che in Kosovo non sono maltrattati.
E poi le Nazioni Unite finanziano l'acquisto dei polli, perchè non approfittarne?".

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