lunedì 4 gennaio 2010

ARABIA SAUDITA.

LA CORONA DI MIRTO.

Attraversiamo almeno una ventina di tunnel scavati nel ventre della roccia.
Tra i monti dell'Asir si snoda anche la strada dell'Elefante: secondo la leggenda, nel sesto secolo dC sarebbe stata imboccata da Abraha l'abissino (re cristiano dello Yemen, di origine etiopica) mentre si dirigeva verso la Mecca con un esercito di elefanti.
La città, che all'epoca era pagana, avrebbe miracolosamente resistito sotto il comando del nonno di Maometto.
L'anno di questo leggendario attacco è chiamato "anno dell'Elefante" e coinciderebbe con la nascita di Maometto.
E' una strada di pietre molto stretta, che ci riporta indietro nei secoli.
Sembra quasi di sentire i passi degli elefanti e di condividere la delusione del re abissino.
Sempre in questa zona, racconta la tradizione musulmana, gli uccelli "ababil" avrebbero bombardato il re con pietre di lava.
Gli "ababil" sarebbero un tipo di piccioni che oggi si trova solo alla Mecca.
La nostra gita prosegue sul monte Jebel Sawdah, che con i suoi 2.900 metri è la cima più alta della catena dell'Asir.
Qui il clima è freddo e umido, un tempo che rende la vita dura in estate e impossibile in inverno.
La montagna si trova a circa mezz'ora di macchina da Abha.
Da entrambi i lati della strada si vedono le tipiche case della regione, con i muri di pietra vulcanica nera e le finestre incorniciate di bianco (molto simili a quelle yemenite).
Si vedono anche alcune torri, che servivono probabilmente da minareti o da punti di osservazione.
A Tihamah, la regione costiera del sudovest saudita, gli uomini sono vestiti secondo l'uso locale: una tunica corta, una corona di mirto e un pugnale alla cintura.
Molti di loro sono mercanti che vendono miele o noci di cocco importate dall'Oman.
La merce è sistemata sui tetti delle auto parcheggiate lungo la strada.
Più tardi, dopo essere arrivati in cima a una lunga strada ripida, ci fermiamo ad ammirare il panorama spettacolare sulla vallata, sorseggiando caffè turco e matè.
La cosa più importante sono i tanti spaventapasseri in tunica bianca messi a sorvegliare piccoli campi terrazzati che coprono i fianchi della montagna.
Ma ormai si è fatto tardi.
E' ora di tornare ad Abha.

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