sabato 30 gennaio 2010

CALCUTTA (VIAGGIO TRA LE LIBRERIE).

LA CASA EDITRICE.

College street ha molte attrattive, come si capisce entrando nel Coffee house.
Si trova al primo piano di un edificio a pochi metri dal National book store, il più degno concorrente di Das Gupta.
Già nella tromba delle scale il visitatore viene accolto dall'acustica fenomenale dovuta agli alti soffitti.
Rimbombano centinaia di voci.
La leggenda vuole che qui si discuta ininterrottamente da decenni di arte, letteratura e cinema.
E proprio in queste sale sarebbe cominciata la rivoluzione degli studenti bengalesi degli anni sessanta.
I camerieri con il turbante servono caffè e stuzzichini nella loro livrea bianca, non proprio immacolata.
Il Coffè house è gestito dalla cooperativa dei lavoratori bengalesi del caffè e sembra pensata apposta per contrapporsi alla cultura di Starbucks.
Ho appuntamento con il giovane regista Supriyo Sen.
Al nostro tavolo ci sono anche uno scrittore e un poeta lirico che dirige una rivista letteraria.
Parliamo del film "The millionaire", che è ambientato a Mumbai ma scalda gli animi anche qui a Calcutta.
Un'opportuna critica sociale o il solito sguardo occidentale sull'India che non riesce mai a staccarsi dagli slum?
La serata si conclude nella sede di una piccola casa editrice in una traversa di College street.
Arun Banerjee pubblica libri di testo sulla letteratura bengladese per le scuole.
Una lampada al neon illumina gli scaffali incurvati dall'età e carichi di libri.
Banerjee racconta che all'inizio è subentrato un po' controvoglia al padre nella gestione della casa editrice, perchè in realtà avrebbe voluto diventare cantante.
Supryo Sen chiede al suo amico di cantarci una canzone che sarà inclusa anche nel suo prossimo film.
Banerjee ci proibisce di pagare le raccolte di poesie di cui ha curato la pubblicazione e che voglio regalare a un mio amico bengalese che abita in Germania e mi ha sempre parlato con entusiasmo di College street: un paradiso di tutti gli amanti dei libri, dove gli autori incontrano ogni giorno i loro editori.
E dove i lettori sono anche scrittori e dove può capitare che un libraio venda i suoi volumi solo dopo averli letti.

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