giovedì 7 gennaio 2010

CAPO VERDE ("ARCIPELAGO").

CASE COLONIALI.

La punta dell'isola è il paradiso di chi ama il windsurf.
Qui le onde diventano molto alte, soprattutto d'inverno, quando soffia l'harmattan.
Il problema è che quest'attività disturba le tartarughe che vengono a deporre le uova sulle spiagge di Sal e di Maio.
Le associazioni ambientaliste cercano di proteggerle dai turisti e dai capoverdiani, che amano la carne di questi animali anche per le sue presunte virtù afrodisiache.
Dopo aver passato un po' di tempo sulle spiagge, l'ideale è viaggire da un'isola all'altra.
Ci si può spostare in aereo o in nave.
Viaggiare via nave è affascinante, ma non sempre piacevole: l'oceano può essere capriccioso.
Boa Vista, un po' a sud, è illuminata dalla stessa luce dolce e magica di Sal.
E' tutta dune e spiagge.
Si dice che la morna sia nata qui, una musica popolare che canta la nostalgia dell'esilio, la "sodade", gloria dei musicisti capoverdiani, che mette insieme la malinconia del fado e quella del tango.
Alcune isole somigliano al loro nome: Fogo è piovosa, ma è anche dominata da un vulcano che ogni tanto si risveglia.
Un tempo era l'isola più ricca, perchè qui c'erano le piantagioni di cotone e di caffè.
Le case coloniali erano il simbolo di una società fortemente gerarchizzata, fondata sulle distinzioni di colore.
Poco distante c'è Brava, l'isola più selvaggia e inaccesibile.
L'areoporto è chiuso e il mare è molto mosso.
E' anche l'isola più piccola e con più vegetazione.La sua sopravvivenza è assicurata dal denaro spedito dai capoverdiani emigrati in America.
A Brava non ci sono spiagge, ma si possono fare delle passeggiate lungo gli undici chilometri dell'isola.


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