mercoledì 6 gennaio 2010

CAPO VERDE ("ARCIPELAGO")

LA FINE DELL'EDEN.

"A Capo verde ci sono ancora le tartarughe marine e le spiagge incontaminate.
Ma presto il turismo romperà l'incantesimo".

Una manciata di sassi lanciati tra i flutti da un dio distratto, dice la leggenda.
In realtà le isole di Capo Verde nascono dagli scatti d'ira di un vulcano al largo del Senegal, nell'oceano Atlantico.
L'arcipelago è talmente battuto dai venti e dalle onde che i primi che lo trovarono sul loro cammino - pescatori senegalesi, esploratori genovesi e veneziani - decisero di non stabilirsi su queste terre deserte.
Dopo essere state a lungo disabitate, nel sedicesimo secolo sono diventate uno scalo sulla rotta per l'America, poi il crocevia del commercio degli schiavi.
Una terra di emigrazione e di miseria.
Se non ci fossero state le infinite spiagge con la sabbia fine, il vento, il windsurf e Cesaria Evora, l'arcipelago sarebbe rimasto tagliato fuori dal mondo.
Negli ultimi anni il turismo è esploso al punto da mettere in serio pericolo l'habitat di alcune isole.
Oggi il settore rappresenta il 30 per cento del pil, la stessa percentuale creata dalle rimesse degli emigrati.
Per il 2010 sono previsti un milione di turisti.
Una cifra enorme per queste isole che hanno meno di 500mila abitanti.
Davanti ai cartelli che annunciano la costruzione di giganteschi complessi immobiliari sull'isola di Sal, si prova una certa ansia: bisogna affrettarsi a scoprire l'arcipelago prima che sia interamente devastato dall'edilizia.

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