mercoledì 30 dicembre 2009

SVEZIA ("UPPSALA" - "STOCCOLMA" SUI PATTINI).

L'ANATRA INCINTA.

Sul ghiaccio del lago Malaren ci aspetta un lungo cammino: da Uppsala, antica città universitaria, a Stoccolma.
In media un bravo pattinatore copre la distanza in un giorno, per esempio durante la Vikingarannet, una gara che di solito si tiene a febbraio, quando il ghiaccio è abbastanza spesso per sostenere il peso di migliaia di persone.
Noi invece ci concediamo due giorni di tempo.
In caso di sopravvivenza sarebbe comunque l'equivalente di due maratone sui pattini.
Nils Ohlson ha sessant'anni ed è un uomo della vecchia scuola.
Indossa un paio di pantaloni alla zuava, ghette, scarpe di cuoio e una giacca a vento sbiadita.
Ha gli occhiali con la montatura di corno e un sorriso che si rilassa quando aumentano le difficoltà.
Lavora per una società telefonica, ma un paio di volte l'anno fa la guida per l'agenzia di viaggi di un amico.
"Devi immaginare di essere un'anatra incinta", mi spiega Nils.
Vuole farmi capire che l'escursionismo sui pattini non c'entra nulla con lo stile del pattinaggio di velocità.
In quel caso il corpo è sempre proteso in avanti e servono cosce robuste come tronchi d'albero.
Gli escursionisti, invece, devono restare in posizione eretta e tenere le gambe morbide, muovendole verso destra e poi verso sinistra.
Come fa un'anatra incinta e un po' alticcia.
Più a lungo si scivola su un solo pattino e meno ci si stanca.
Le lame, lunghe quaranta centimetri, si fissano a una barra d'acciaio applicata alla punta della scarpa.
Il tallone, invece, è libero di alzarsi e abbassarsi.
Quando si raggiungono zone dove affiora l'acqua o il ghiaccio è troppo sottile, bisogna staccare le lame e camminare lungo la riva.



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