lunedì 14 dicembre 2009

GIAPPONE (REGIONE DI "TOHOKU").

INFORMAZIONI PRATICHE.

ARRIVARE.
Il Giappone ha un rigido sistema antiterrorismo: le autorità scattano una foto e prendono le impronte digitali degli stranieri che entrano nel paese.
Non occorre un visto di ingresso ma bisogna avere un biglietto a/r.
La Japan Airlines (Jal) ha voli diretti da Milano e Roma per Tokyo (in codesharing con Alitalia).
La tariffa da circa 900 euro a/r sarà in vigore dal 31 dicembre al 31 marzo 2008.

CLIMA.
La primavera è la stagione più bella ma coincide con le vacanze dei giapponesi.
In autunno la temperatura è piacevole e ci sono pochi turisti.

TRENI.
Con il Japan rail pass (snipurl.com/1va2t) si possono prendere quasi tutti i treni delle ferrovie giapponesi.
Ci sono abbonamenti da una, due e tre settimane.
Una settimana in seconda classe costa circa 170 euro.











GIAPPONE (REGIONE DI "TOHOKU").

PROFONDO NORD.

Fin dal 1853, da quando l'ammiraglio statunitense Matthew Perry arrivò con la sua flotta nella baia di Edo per aprire il commercio estero, il Giappone conserva agli occhi degli occidentali un alone mistico che li respinge e li attrae allo stesso tempo.
Ancora oggi i "gaijin" (gli stranieri) lo considerano un paese isolato con una società chiusa.
L'immagine di un Giappone impenetrabile si ritrova anche nel film "Lost in translation", dove due americani cercano di affrontare il loro spaesamento culturale andando in giro per le strade che circondano l'hotel Park Hyatt di Tokyo.
E' come se l'idea che si tratti di un paese dagli oscuri codici e dai comportamenti enigmatici influenzasse anche i modelli turistici.
Basta trascorrere una giornata sul treno ad alta velocità che percorre l'area centrale di Tokyo per vedere stranieri ovunque: fermi agli incroci di Shibuya o Shinjuku, mentre guardano a bocca aperta le immagini scintillanti delle pop star nipponiche su schermi giganti.
Ma se si sale su uno dei treni diretti fuori città, i turisti stranieri scompaiono.
Nelle due settimane di viaggio nella regione di Tohoku, la zona montuosa nordorientale di Honshu, la più grande delle isole principali del Giappone, ho visto solo nove turisti.
Tohoku è il "profondo nord" attraverso cui s'incamminò, nel 1689, il monaco zen Matsuo Basho, l'autore di poesie "haiku", che scrisse Oku no Hosomichi (L'angusto sentiero del nord), uno dei più celebri racconti di viaggio della letteratura mondiale.
Nel 1700 era una regione selvaggia e piena di banditi.
Oggi, la maggior parte dei 120 milioni di abitanti del Giappone vive lungo le pianure costiere.
Le montagne e i boschi di Tohoku sono un rifugio per chi vuole stare a contatto con la natura e rilassarsi in uno dei vari "onsen" (sorgenti termali), frequentati da molti turisti, quasi tutti giapponesi.
Sulle orme di Basho, anch'io mi fermo, lungo la strada per le montagne, a Matsushima, una città costiera affacciata su una baia che ospita tante piccole isole ricoperte di pini.
Per secoli la baia è stata considerata una "Nihon sankei", la locuzione che indica i tre luoghi più belli del Giappone.
"Isole a non finire", scriveva Basho, "vicine l'una all'altra.
Sembrano dei genitori che accarezzano i figli o li tengono per mano.
I pini sono di un verde brillante e i loro rami ricurvi sotto il vento che soffia formano linee delicate".
Quelle isolette con i templi buddisti cadenti e i pini plasmati dal vento sono ancora splendide, anche se per molti aspetti Matsushima è stata rovinata dal turismo: pullman carichi di gente sciamano sul lungomare costellato da ristoranti a buon mercato e negozi di souvenir.
Matsushima mi offre però uno squarcio incantevole: nei pressi del tempio di Zuiganji c'è un bosco di pini rossi su un tappeto di muschio perfetto.
Non lontano ci sono le grotte con i Budda e Bodhisattva di pietra.
Il mattino dopo mi dirigo verso nord, a Hirosaki, la città delle mele.
Ospita un parco con un migliaio di meli, di 60 varietà diverse.
E nel parco c'è una caffetteria dove assaggio una mela al curry e posso curiosare tra 700 souvenir ispirati al frutto.
Faccio un giro su una delle biciclette messe a disposizione gratuitamente dall'ufficio turistico.
Attraverso il parco, il castello e un quartiere di vecchie case di samurai, dove si intravedono le architteture vegetali dei giardini nascosti dietro le alte pareti di legno.
E' il momento di ripartire, ma prima cedo alla tentazione di comprare come portafortuna una mela a forma di elfo con un cappello verde.

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