domenica 27 dicembre 2009

BOTSWANA (DELTA DELL' "OKAVANGO").

SAGOME NELLA NOTTE.

Per i turisti il vantaggio di trovare il fiume in secca è che gli animali si concentrano intorno alle poche pozze rimaste.
David Dugmore, proprietario del campeggio Meno a kwena, da anni pompa acqua in superficie per le zebre migratrici.
Gli animali ormai lo sanno e gli ospiti si trovano nel punto ideale per assistere alla parata di kudu, gnu ed elefanti.
Quando cala la sera due leonesse provocano le zebre accennando finti assalti e lanciando sguardi minacciosi.
Dopo uno splendido tramonto arriva improvvisamente il buio.
Mi sforzo di distinguere le sagome, mentre Dugmore illustra la scena.
Le zebre vengono ad abbeverarsi e i leoni si aggirano furtivamente per la zona.
A un certo punto il branco si stringe lungo le sponde scoscese.
Sentiamo un agitato calpestio di zoccoli; poi un urlo lancinante.
Dopo un minuto si trasforma in un gemito, poi in un respiro affannoso e infine in un silenzio soffocato.
Sentiamo il rumore della pelle e della carne strappate via.
Roger, il fratello di Dugmore, mi fa da guida nell'ultima parte del viaggio.
Ci dirigiamo in auto alle saline di Makgadikgadi, una vasta depressione nel cuore del Kalahari.
Se i fiumi scorressero fino alla fine, è qui che andrebbero a gettarsi le acque del delta dell'Okavango.

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