mercoledì 16 dicembre 2009

BULGARIA ("SOFIA").

IL COMPAGNO DIMITROV.

A Sofia il passato recente è un'assenza vagamente intuita più che una presenza ingombrante, un posto vuoto alla tavola del nuovo capitalismo, una macchia scura di muffa informe.
Come quella lasciata sul frontone del palazzo presidenziale (anch'esso neoclassico), un tempo sede del partito, nel punto in cui aveva campeggiato il bronzo di una grande stella rossa.
Lontano dai viali regolari, puliti e riattati del centro, sorgono i famigerati casermoni voluti nel dopoguerra dall'edilizia popolare comunista (Sofia fu pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale perchè si era alleata con le forze dell'Asse), lontano dalle arterie commerciali piene di boutique alla moda di secondo e terz'ordine pullulano i mercati cenciosi della miseria comunista.
Ma nel centro no.
Nel centro la storia recente è una memoria abrasa.
Il centro è consacrato alle vestigia di un passato remoto, buono per la chimera turistica.
In questo piacevole centro storico, infatti, puoi passeggiare tra rovine romane dell'antica Serdica inglobate nei cortili o addirittura nel corpo principale degli hotel (Hotel Arena di Serdica o l'Hilton), incontrare lungo la stessa via sinagoghe ebraiche, moschee musulmane e chiese ortodosse in stile neobizantino,visitare le stupende collezioni archeologiche degli ori dei Traci e le meravigliose collezioni di icone raccolte da tutto l'oriente europeo nella cripta museo della cattedrale intitolata ad Aleksandar Nevski, eretta dai bulgari nel 1912 per ringraziare i russi di averli liberati dalla plurisecolare dominazione turco-ottomana.
Lì sotto, tra le antiche icone, a differenza che in superfice, la storia non passa.
Una guida zelante ci svela con passione il mistero dell'enigmatica figura di bambino seduto sul cavallo alle spalle di un san Giorgio in tutte le raffigurazioni del santo cristiano: una leggenda locale vuole che l'uccisore di draghi abbia salvato un bambino bulgaro che stava per essere affogato durante le violenze genocide compiute ai tempi del dominio turco.

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