giovedì 17 dicembre 2009

ECUADOR ("YACHANA" VILLAGG. TUR.).

L'ORO NERO.

Negli ultimi anni molti occidentali hanno cercato di modificare il modo di vivere dei guaranì.
Le grandi aziende petrolifere offrono alle tribù grosse somme di denaro per poter trivellare i loro territori.
Pare che sotto il parco nazionale di Yasuni ci sia un giacimento di petrolio in grado di fornire un milione di barili.
Ma i guaranì, pur avendo bisogno di denaro, preferiscono tentare un esperimento molto più interessante: insieme a Tropic Journeys in Nature, una società con sede a Quito, stanno costruendo un villaggio turistico ecocompatibile.
E io sono uno dei primi ospiti.
I rappresentanti della comunità di Quehueri'ono ci aspettano.
Il loro insediamento è a quaranta minuti di volo da Shell, una cittadina poco interessante nella regione montuosa centrale.
Ci accoglie il capo, Moi Enomenga: indossa una bandana bianca e tiene in mano una cerbottana lunga tre metri e mezzo.
Altri esponenti della tribù indossano abiti meno tradizionali: magliette delle squadre di calcio ecuadoregne e scarpe da ginnastica Nike.
Una donna, invece, si presenta all'incontro con una scimmia appollaiata sulla spalla.
"Moi ha viaggiato molto e per la gente del suo villaggio è un eroe", mi spiega Jascivan.
E' stato a New York diverse volte ed è il protagonista di "Lo spirito del giaguaro", il libro di Joe Kane sui guaranì.
Mi presentano un'infinità di persone.
Poi dopo mezz'ora ci avviamo in canoa verso il villaggio.
Dato il suo isolamento mi aspettavo poco più che un gruppo di tende.
Troviamo invece cinque casette costruite con i tronchi d'albero e con i pavimenti in legno.
Ognuna ha l'acqua calda e un gabinetto con tanto di sciacquone, ci spiega orgogliosamente Jascivan.
Al centro c'è anche un'ampia sala da pranzo.
"Ce n'è voluto, però, di tempo.
Dai nostri primi incontri con Moi sono passati ormai quasi dieci anni.
Ecco perchè i guaranì sono così eccitati nel vedervi", spiega la nostra guida.
Dopo una cena tradizionale a base di purè di banane, riso e fagioli (non è un viaggio per gli amanti della buona cucina), vado a dormire.
Un lato della casa è separato dall'esterno solo da una zanzariera.
Posso ascoltare i suoni della giungla: cinguettii e svolazzi sono così forti che sembra di avere in casa l'intera fauna locale.

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