sabato 5 dicembre 2009

SUDAFRICA ("CITTA' DEL CAPO" - "DAR ES SALAAM" IN TRENO).

ARRIVIAMO IN ZIMBABWE.
Il nostro treno di lusso viaggia tra la miseria.
Raggiungiamo una località chiamata Plumtree.
Per essere una città di frontiera di un paese in crisi, Plumtree è di una tranquillità stupefacente.
Alcune persone passeggiano lungo la strada davanti alla stazione.
Solo dopo un po' mi accorgo che sono sempre le stesse e che vanno avanti e indietro.
Una di loro preme i tasti del bancomat davanti alla sede splendente di una banca.
Non sembra sorpresa che dalla fessura non esca niente.
Lo Zimbabwe ha un'inflazione dell'undici milioni per cento, vale a dire che ogni paio d'ore i commercianti aggiungono uno zero ai loro prezzi.
Non ho modo di verificare se questa notizia sia vera perchè anche i negozi hanno qualcosa che non quadra: a mezzogiorno sono ancora chiusi.
Attraversiamo zone rurali spopolate e un parco nazionale abbandonato.
Andreas Lappe racconta cosa succede da quando il governo non paga più le guardie forestali:gli animali affamati attaccano i villaggi circostanti e gli abitanti affamati danno la caccia agli animali.
Ma naturalmente noi non vediamo neanche questo.
Incontriamo solo persone simpatiche.
Dovunque passiamo le persone ci salutano: l'agente di polizia ferroviaria come il contadino.
Chiedo ad Andreas Lappe se un paio d'anni fa sono state persone del genere a cacciare gli agricoltori bianchi.
Lui ci pensa un po' e poi dice: "Probabilmente sì".
Ormai siamo a metà del viaggio.
Ci troviamo alle cascate Vittoria, al confine con lo Zambia.
Le verdi acque dello Zambesi precipitano da un chilometro d'altezza per poi risalire verso l'alto in una gorgogliante nube di vapore piena di arcobaleni.
"Scene così belle devono essere state ammirate dagli angeli in volo", ha scritto il missionario David Livingstone, che nel 1855 battezzò le cascate in onore della sua regina.
Oltre il confine dello Zimbabwe gli angeli non volano più da tempo.
Perfino i turisti preferiscono ammirare le cascate in territorio zambiano, dove si sentono più al sicuro.
Ma anche qui ci sono i venditori di souvenir, che si accalcano intorno a noi con il coraggio della disperazione.




Nessun commento:

Posta un commento