mercoledì 2 dicembre 2009

MADAGASCAR "MILLE KM. DI STRADA".

CAMPI DI ARACHIDI.

Nel villaggio di Hazofotsy abitano dodici uomini, venti donne e trenta bambini.
A comandare è Cisco, un ragazzone di 1 metro e 80 con una capigliatura color cenere e un sorriso tutto denti d'oro.
La ricchezza si calcola in capi di bestiame e quando si è ricchi si ha più di una moglie.
A mezza bocca si raccontano storie rocambolesche, spesso tragiche, come quella del villaggio maledetto, nascosto in un piccolo bosco di manghi a trecento metri di distanza, abbandonato nel 2001 dopo una razzia finita male.
"Venti banditi armati di kalashnikov", racconta Boto, il figlio del capo, "rubarono cento zebù e uccisero tre giovani che montavano la guardia".
Secondo la tradizione, per diventare adulto un adolescente deve rubare uno zebù.
E l'usanza resiste, nonostante le disgrazie.
Continuando verso il sud, il sole brucia la terra permettendo di coltivare solo le arachidi.
Le case diventano sempre più piccole, fino a trasformarsi in semplici capanne di bambù.
E a sud anche i contadini sono sempre più poveri.
Alle pendici del massiccio dell'Isalo, muraglia di arenaria rosa che risale al medio giurassico, una meraviglia della natura diventata parco nazionale nel 1962, impazza la "febbre azzurra": lo zaffiro, scoperto dieci anni fa, attira avventurieri d'ogni razza.
Nelle miniere, gestite da tailandesi e cingalesi, gli uomini si calano in cuniculi strettissimi a torso nudo e senza alcuna protezione.
Questo far west d'altri tempi è l'ultima speranza dei più diseredati.

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