giovedì 10 dicembre 2009

ISOLA DI USEDOM (NEL MAR "BALTICO").

BORDELLO IN CONFINE.

Oggi sulla spiaggia di Swinoujscie non si vedono donne in topless, ma centinaia di ragazze "vestite-svestite".
Il bordello vicino al confine, contro cui i conservatori nazionalisti non imprecano, si chiama Extasa.
La strada di confine prima era intitolata alla Wehrmacht, l'esercito nazista, e in seguito è diventata via dell'Esercito polacco.
Me lo ha raccontato Jozef Plucinski, il fondatore del museo di Swinoujscie.
Un signore molto gentile, nato nel 1940.
Vuole dimostrare che i rapporti tra i tedeschi e i polacchi sono buoni e mi porta al cimitero cittadino, dove sta facendo ricollocare le lapidi tedesche.
Non molto lontano da lì c'è una targa che ricorda le vittime polacche dello stalinismo, su cui è inciso il nome di suo padre.
Ma non sempre si possono riconciliare gli animi.
Quando nel 2004 la Repubblica Federale Tedesca ha dato a Plucinski la croce al merito, la città di Swinoujscie, che conta 40mila abitanti, non ha organizzato nessun festeggiamento.
Lo ha fatto invece Ahlbeck, un paesino di quattromila persone.
Nonostante tutto, Plucinski continua a mostrarmi prove dei buoni rapporti tra tedeschi e polacchi.
Andiamo a Engelsburg, una fortezza prussiana accuratamente restaurata dai polacchi.
All'interno c'è un ristorante accogliente dove beviamo un tè, mentre Plucinscki mi
spiega che il conflitto tra vicini è "una vera bugia": ci sono il liceo e l'asilo bilingue, la galleria d'arte accoglie anche pittori tedeschi e la ferrovia turistica di Usedom è stata prolungata fino al porto locale.Inoltre ogni giorno sbarcano una cinquantina di barche tedesche piene di turisti.
Da tempo, poi, c'è la maratona che da Wolgast arriva fino a Swinoujscie.
"E' colpa nostra se i maratoneti tedeschi perdono sempre?".
Quando verso sera saliamo sulla vecchia limousine di Plucinscki, prima di lasciare Engelsburg incrociamo la jeep del giovane direttore della fortezza.
I due abbassano i finestrini e Plucinski gli spiega di aver visite da parte dei tedeschi per la "questione del nudismo".
Il direttore all'inizio si limita a un sorriso, poi sente le parole Wojna kulturowa (battaglia culturale) e i due polacchi ridono di cuore.
Nelle ultime settimane questo falso conflitto ha sollevato talmente tanta sabbia che ora i due sindaci hanno deciso di mettere dei cartelli con delle indicazioni chiare.
In un incontro ad Ahlbeck hanno spiegato che nemmeno loro credono alla guerra dei nudisti.
Presto, però, i polacchi saranno avvisati in polacco della presenza di tedeschi nudi, e i tedeschi, in tedesco, dei pudichi polacchi.
Il testo degli avvisi deve essere ancora messo a punto.
Probabilmente quando torneremo per il prossimo viaggio sull'isola sentiremo ancora parlare di questa storia.



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