mercoledì 16 dicembre 2009

BULGARIA ("SOFIA").

LA CITTA' DELL'OBLIO.

Il Mausoleo del Compagno Dimitrov lo cerchiamo per più di un'ora.
Perlustriamo la piazza Aleksandar Battenberg di Sofia alla disperata ricerca dell'edificio costruito nel 1949 in soli sei giorni e sei notti-come era avvenuto in Russia nel 1924 in occasione della morte di Lenin - per accogliere la salma di Georgi Dimitrov, fondatore della Bulgaria socialista.
Quel palazzone in stile tardo neoclassico è stato per più di cinquant'anni una delle poche cose che noi occidentali abbiamo potuto vedere della Bulgaria.
Il palazzo faceva sempre da sfondo alle parate militari e alle celebrazioni dell'era sovietica.
Davanti alle colonne scanalate sfilavano i carri armati e i soldati al passo dell'oca, in una scenografia di bandiere rosse e pastrani lisi.
Tutto il resto della Bulgaria, una nazione-confine tra l'Asia e l'Europa, era per noi l'ignoto socialista, una zona cieca sulla carta geografica riempita di velenosi sarcasmi: "Triste destino nascere poeta bulgaro", "elezioni bulgare", "informazione bulgara", e via dicendo.
Ora nella ex capitale dell'ignoto che stava oltre la cortina di ferro ci siamo arrivati comodamente grazie a un volo low cost della Wizz Air (una compagnia polacca le cui hostess vestono amabili tailleurini color lilla) e cerchiamo invano di rintracciare quell'unica immagine che conoscevamo della Bulgaria al tempo in cui la guerra era fredda e il mondo diviso in blocchi.
La nostra guida in lingua italiana, pubblicata nel 2007 (Edizioni Ulysse Moizzi), ci segnala il mausoleo nel mezzo della piazza su cui affacciano il palazzo reale, la Casa del partito - il tempio dei capi comunisti - poi trasformato in cinema e discoteca, e il Teatro nazionale Ivan Vazov.
Ma nel mezzo della piazza c'è soltanto una pista a cielo aperto per il pattinaggio su ghiaccio.
Poco distante, squadre di operai postsovietici stanno montando un enorme palco da concerto rock per i festeggiamenti di capodanno.
Nessun mausoleo in vista.
Quando finalmente chiediamo informazioni sul mausoleo del compagno Dimitrov, uno dei pattinatori ci dice in un inglese stentato: "Ci siete dentro".
Apprendiamo così che la salma del compagno Dimitrov era stata rimossa gia'
nel 1990 e il mausoleo demolito poi nel 1999.
"Non senza una lotta dolorosa", aggiunge il nostro informatore.
"E grazie a una seconda carica di dinamite", conclude con una malinconica fierezza, non si sa se per l'ostinazione dei distruttori postcomunisti o se per la solidità stolida dei costruttori comunisti.
La guida di Ulysse Moizzi va indubbiamente aggiornata.
Niente.
Pare proprio che nel centro di Sofia non sia rimasta alcuna traccia dell'era sovietica.
Quantomeno nessun segno immediatamente decifrabile, sicuramente nessun simbolo.
Le uniche icone da queste parti sono oramai quelle dell'antico culto ortodosso bizantino, che le vecchie nelle chiese sono tornate a sbaciucchiare appassionatamente.

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