mercoledì 16 dicembre 2009

BULGARIA ("SOFIA").

RAGAZZE E PATATINE FRITTE.

Prima, però, resta ancora il tempo di trascorrere un'ultima notte a Sofia, di assaggiarne la "night life" annunciata dai neon sfavillanti di tanti piccoli casinò e locali equivoci.
Ed è lì che l'austera Sofia ti sorprende.
Te lo aspetti da Budapest, te lo aspetti dalla Slovacchia, dalla Romania, perfino dalla cattolica Polonia, ma non dalla ex capitale dell'anestetico grigiore sovietico.
C'erano alcuni segnali premonitori (soprattutto le bande di maschi italiani in gita) ma la sorpresa rimane.
Mentre ceniamo all'Happy Grill, un pub pieno di maxischermi stile Mtv dove i giovani mangiano hamburger con il ketchup (insomma, il tipico locale frequentato dalla gioventù del luogo), dal tavolo accanto parte ad alta voce l'arringa di un signore di mezza età: "Trombare alla grande.
Trombare tutta la notte!
Te la tieni sei ore.
Diciotto, diciasette, sedici anni...
Come la vuoi?
Solo duecento euro.
Ragazze fantastiche.
In disco, in albergo, a casa, dove vuoi!
Diciotto, diciasette, sedici.
Duecento tutta la notte.
Oppure cinquanta per ora.
Dove la trovi in Italia una roba così?
Dove in occidente?"
A bandire la sua merce è un bulgaro con due gelidi occhietti da perfetto lenone.
I potenziali clienti, manco a dirlo, sono italiani.
Le cameriere che servono gli hamburger vestite da babbo natale fanno finta di niente.
Tutti noi facciamo finta di niente.
Il lenone lascia un biglietto da visita sul tavolo accanto alle patatine fritte.
Abbiamo visto abbastanza.
Inutile la visita ai casinò di Sofia.
Pare che il turismo sessuale sia il destino ineluttabile nelle relazioni tra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo.
La porta stretta verso il capitalismo maturo.
Domattina si parte presto per Istambul.
Via terra.
Ci andremo in autobus.
Sul Balcan express, il treno che collega Lubiana a Istambul via Belgrado e via Sofia, non c'è più posto.
Rientrando all'Hotel Maria Luisa, in un edificio dichiarato monumento storico, passo accanto a Mc Donald's.
L'insegna è in caratteri cirillici ma il logo è lo stesso.
E' malinconico pensare che, dopo secoli di dominazione turca e decenni di tirannia comunista, tutto ciò a cui queste persone possono aspirare è un facsimile scialbo di quel benessere capitalistico che noi, anche nella sua versione migliore, abbiamo già trovato piuttosto deludente.


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