martedì 1 dicembre 2009

MADAGASCAR "MILLE KILOMETRI DI STRADA".

DALLA TERRA AL MARE.

L'aeroporto di Antananarivo, o "Tana", la capitale malgascia, ci accoglie con una cappa di afa.
Un ventilatore smuove l'aria tiepida, mentre i viaggiatori grondano sudore.
Dopo una notte insonne in aereo sono di cattivo umore e non vedo l'ora di arrivare a destinazione.
Davanti allo sportello per i visti c'è una lunga coda.
Il capo doganiere, un tipo robusto con i baffi, si scusa e regala a tutti un ampio sorriso.
L'organizzazione è all'avanguardia: una matrona in camicia bianca vende le otto marche da bollo necessarie per il visto.
Il costo totale è di ventimila franchi malgasci.
La valuta è fuori corso già da due anni, sostituita dall' ariary, che vale cinque volte tanto, ma bisogna esaurire le vecchie scorte.
Una donna dai capelli neri incolla le marche sul passaporto e una terza, la più allegra di tutte, dà il resto.
La scena si ripete al posto di polizia.
Dentro la guardiola a vetri ci sono cinque poliziotti: Il primo apre i passaporti, il secondo fa una fotocopia, il terzo inserisce i dati in un computer, il quarto fa i controlli e, infine, il quinto restituisce i documenti ai passeggeri.
Una dimostrazione inequivocabile dell'efficenza della pubblica amministrazione.
Durata dell'operazione: un'ora e un quarto.

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