mercoledì 25 novembre 2009

TURCHIA "ALTA MESOPOTAMIA.

LA CAPRA ALL'AEREOPORTO.

Arrivato a Diyarbkir, la prima cosa che vedo è una capra che bruca il prato dell'aeroporto.
Le mura della città, in basalto nero e costruite dai romani, sono le più antiche dopo la Muraglia cinese.
A Diyarbakir si può fare un'ottima colazione in un cravanserraglio del quindicesimo secolo.
Un tempo ospitava cinquecento cavalli, invece oggi offre gadget ai turisti che visitano la grande moschea Ulu, costruita nel 639 dC sulle rovine della chiesa dove san Tommaso predicò il vangelo.
Tanta storia ed è ancora mattina.
Proseguo il mio viaggio verso oriente.
Dopo il caldo di Diyarbakir la strada per Batman è battuta da una piacevole brezza.
La topografia della Turchia è straordinariamente ricca, sopratutto qui nel sudest.
A ogni angolo lo scenario cambia: praterie di frumento degradano in ripidi dirupi in calcare punteggiati da grotte neolitiche; montagne spoglie lasciano il passo a foreste di arbusti; vaste distese di rocce si trasformano in prati coperti da timo selvatico.
Le strade sono attraversate da auto scassate, capre e pecore al campanaccio.
E dai pullman di pellegrini iraniani diretti alla tomba di Alì, il nipote del profeta.

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