martedì 10 novembre 2009

CILE (SAN PEDRO,deserto di ATACAMA).

SAN PEDRO era un insediamento importante già prima dell'arrivo degli spagnoli.
Oggi la piazza principale è il punto di ritrovo degli abitanti, che si riuniscono intorno alle panchine di legno sotto l'ombra degli alberi del pepe.
Sulla piazza affacciano diverse costruzioni: la chiesa in muratura bianca di San Pedro, le vecchie case coloniali e il museo archeologico intitolato al fondatore Gustavo Le Paige, prete gesuita belga e archeologo.
Il museo ricostruisce la storia delle popolazioni locali precolombiane.
Una delle maggiori attrazioni della zona è la grande distesa salata di Salar de Atacama, attraversata dal tropico del Capricorno.
Sui laghi incrostati di sale, alimentati dai ghiacciai delle Ande, i fenicotteri si radunano per mangiare.
Gli stormi passano le giornate a infilare la testa nell'acqua bassa in cerca di cibo, creando un incantevole riflesso di zampe affusolate e corpi piumosi su uno sfondo di montagne innevate.
A mezzogiorno ci sono circa 34 gradi e le alghe cominciano a puzzare.
La guida ci spiega che quasi due terzi del litio mondiale deriva dalle distese saline.
Ancora più a nord c'è la pampa del Tamarugal, famosa all'inizio del novecento per i giacimenti di nitrato di potassio.
Oggi lo sfruttamento si è molto ridotto.
Sulla strada per i laghi salati ci fermiamo al villaggio di Toconao, dove vivono molti degli operai che lavorano nelle miniere di rame della zona.
Quando arriviamo nella piccola piazza fa molto caldo e ci sono due eventi in corso: la messa della domenica mattina (sentiamo il brusio filtrare da una chiesa color bianco candido, con uno splendido campanile) e la caccia di un grosso lama femmina.
La padrona lo sta inseguendo e cerca di allontanarlo dalle porte della chiesa.
Locali e turisti si uniscono alla caccia.
"Magdalena,Magdalena,ven aquì", grida la padrona, che porta un vestito rosa chiaro.
"Magdalena,Magdalena", ripete il gruppo sempre più folto degli inseguitori, che chiaramente non ha né la velocità né il coraggio per afferrare l'animale scatenato.
Dopo qualche giro intorno alla piazza, Magdalena viene finalmente chiusa nel negozio della padrona, che per calmarla le sussurra parole dolci all'orecchio.

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