giovedì 26 novembre 2009

TURCHIA "ALTA MESOPOTAMIA"

MARDIN è un luogo meraviglioso dove perdersi.
Le strade, immerse tra costruzioni millenarie, sono poco più larghe di un asino e del suo carico.
Fabbricanti di setacci, produttori di sapone di lauro, artigiani del rame, intagliatori di calcare esercitano i loro antichi mestieri con un ritmo fuori dal tempo.
Gli anziani raccontano storie davanti a vecchi negozi.
Sulla pietra sono incise immagini di divinità e re, oltre che di uomini ricchi e virtuosi.
C'è anche una rappresentazione stilizzata del logo della Pepsi.
Che i marchi siano le nuove divinità?
Gli antichi re erano abili venditori di se stessi: prendiamo re Antioco di Commagene, nel primo secolo aC.
E' raffigurato in enormi bassorilievi mentre stringe la mano da pari a pari con Ercole.
Ma il capolavoro di Antioco nell'arte di vendere se stesso si trova sul monte Nemrut (o Nimrod), una montagna elevata, scoscesa e inospitale.
Alle tre del mattino mi arrampico fino a 2.200 metri con un gruppo di turisti.
Le prime luci dell'alba rivelano un pantheon di divinità, tra cui il Leone, l'Aquila, Ercole e il vecchio Antioco, con lo sguardo rivolto sul sensazionale paesaggio sottostante.
Le teste, alte due metri, sono sparse sul terreno a causa di numerosi terremoti.
La leggenda (questa volta niente fatti) narra che Nimrod, dispiaciuto per la decisione della figlia di abbracciare il monoteismo di Abramo, abbia gettato il nostro progenitore nel fuoco, ma nel punto in cui i suoi arti toccarono il terreno comparve l'acqua e gli arti si trasformarono in pesci.
Oggi nel lago di Abramo, a Urfa, ci sono le carpe.
L'atmosfera nella vecchia città è simile a quella di un parco dei divertimenti.
I pellegrini entrano ed escono dai bazar, passeggiano lungo le rive del lago, tra le moschee, le chiese e i giardini nei dintorni prima di immergersi nella grotta in cui nacque Abramo.
Urfa (diventata poi Edessa) è il luogo dove Gesù inviò ad Abgar, il sofferente re di Osroene, una sindone con impressa la propria immagine: un altro esempio di abilità nell'arte di vendere se stessi.
In cinque minuti raggiungiamo la grotta dove Giobbe apprese la sua proverbiale pazienza.
Fuori c'è una lunga fila davanti al venditore di kebab, ma non avendo la pazienza di Giobbe decido di andare direttamente ad Harran.

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