mercoledì 25 novembre 2009

GEORGIA (PROVINCIA "SVANETI").

TOUR GASTRONOMICO.

La sera, seduti a un grande tavolo di quercia tagliato a mano, mangiamo maiale, aglio e riso avvolti da foglie di cavolo, patate fritte, pomodori ripieni di manzo con paprica e una specialità locale a base di formaggio e menta.
Gli uomini fumano e io mi lascio coinvolgere dall'ospitalità di quei volti induriti.
Si brinda ai morti e in loro onore si versa del vino in terra.
"Dopo brinderemo ai bambini, che rappresentano la vita", dice Dato.
Cè una regola nel brindisi in Georgia: "Nessuno deve bere mentre si fa il brindisi", spiega Dato mentre indica due corna di capra di montagna sulla credenza.
"Quelle si usano per i brindisi più importanti, quando in un sorso solo si butta giù un corno intero".
Si parla della guerra e della proposta del governo di cominciare a far pagare l'elettricità.
"Siamo molto preoccupati perchè qui non abbiamo soldi", dice Jora.
E' evidente che molti georgiani sperano nell'aiuto dell'Europa per mantenere la pace.
"Siamo quasi rassegnati al fatto che le regioni separatiste otterranno l'autonomia, ma sono stati i russi a provocare le tensioni tra noi e i separatisti", aggiunge Dato.
"Se la Russia ci lasciasse stare, potremmo vivere tutti insieme in pace".
La mattina dopo arriviamo a piedi a Ushguli, uno dei luoghi abitati più alti d'Europa.
Mentre ci avviciniamo alcuni maiali pelosi grufolano in giro.
L'unico segno di modernità è una parabola satellitare.
C'è chi cerca patate ai piedi delle torri, e chi trascina i buoi per i tortuosi sentieri di pietra.
Le torri di Ushguli sono tutte di altezza differente, basse e tozze o alte e sottili.
La mattina presto le pietre color caramello contrastano con il bianco delle montagne.
Un tour gastronomico della Georgia non è completo senza una visita alla regione vinicola di Kakheti, al confine con l'Azerbaigian.
Il vino è parte integrante della vita del paese.
Centinaia di anni fa Nino (la donna che ha portato il cristianesimo in Georgia) vide in sogno la vergine Maria e al suo risveglio si accorse di stringere al petto una croce di vite, un appello a diffondere la parola di Dio.
Il vino ha un sapore robusto.
E' preparato in modo diverso rispetto al resto dell'Europa: i georgiani non separano il succo dell'uva dalla pelle e li fanno fermentare insieme per diversi mesi sotto terra.
Ogni famiglia dello Kakheti produce il suo vino in questo modo, lo stesso da secoli.
Zurico, un abitante dello Kakheti, coglie l'uva insieme alla famiglia e ai vicini: il bagagliaio della sua vecchia auto è pieno di frutta.
Mi passa un secchio pieno di grappoli e mi invita in casa sua a mangiare degli gnocchi.
Oltre, naturalmente, a bere un buon bicchiere di vino fatto in casa.
Dopo tutto siamo in Georgia.

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