mercoledì 4 novembre 2009

BURKINA FASO (a "Bani").

LA LETTERA SPECIALE.

Torno a Bani.
Oggi è festa, giorno di mercato, centinaia di persone sono arrivate qui dalle località nei dintorni.
Sulle bancarelle ci sono frutti freschi e cocomeri succosi.
Per l'occasione la squadra di calcio di Bani ospita quella del villaggio vicino.
Tutti si accalcano intorno al campo.
Un vecchio con un manganello di legno fa rispettare il cordone di sicurezza, una corda tesa intorno all'area di gioco.
I ragazzini hanno trovato subito il modo di passare sotto per vedere lo spettacolo da vicino.Tra il pubblico, in piedi contro la corda, i commenti sono vivaci, si prendono in giro i giocatori.
Dopotutto i due villaggi sono rivali.
Soaubou e i suoi fratelli evitano di passare per Yalogo, che si trova pochi chilometri più a sud.
A Yalogo c'è il telefono.
"Ma è un posto pieno di ladri", mi spiegano.
Intanto sul campo si gioca.
Il pallone tocca terra raramente perchè ci sono molti lanci lunghi.
Al fischio finale la squadra ospite ha vinto.
La sera mi godo il tramonto sull'altopiano roccioso.
Ho in mano una bottiglia di soda ormai vuota, comprata qualche ora prima nell'unico negozio del villaggio.
L'unico posto con un frigorifero a gas che fa bella mostra di sé tra saponi, pacchetti di sigarette, biscotti e scatole di sardine sott'olio.
Due ragazzini si avvicinano.
Vogliono il "bidon", un oggetto assai raro, ma molto prezioso perchè permette di trasportare l'acqua.
Glielo do, ma sono in due.
Ognuno lo vuole e litigano.
Uno dei due raccoglie una pietra pronto a colpire a sangue l'altro per una bottiglia vuota.
Me la riprendo.
E' ormai una settimana che sono a Bani, che percorro le sue stradine piene di sporcizia sotto l'occhio degli avvoltoi, che esplorano le colline che la circondano, aride, gialle e ancora gialle.
Domani dovrò ripartire arrampicandomi sull'autobus per andare più lontano, fino alle porte del deserto.
Prima di lasciare "Bani la santa" devo aiutare Souabou.
E' analfabeta, ma vorrebbe tanto rispondere a tutti quelli che gli mandano dei soldi per avviare i suoi progetti per la salute e l'istruzione.
E poi vuole scrivere a sua madre, che vive in Francia e che non vede da anni.
Vorrebbe dirle tante cose, ringraziarla mille volte, scriverle una lettera speciale.
Una lettera per dirle che gli piacerebbe un giorno poterla raggiungere in Francia e magari vedere com'è fatta la neve.

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