giovedì 19 novembre 2009

NEW ORLEANS.

QUARTIERE FRANCESE.

Nel Lower ninth ward, oltre alla fontana commemorativa realizzata da Robin Rhode nell'orinatoio di un parco giochi dismesso, c'è una grande arca fatta di detriti tappezzati di manifesti abusivi: Mark Bradford, un artista di Los Angeles, l'ha costruita all'altezza raggiunta dalle acque esondate su questo lato di Caffin avenue.
L'artista cileno Sebastian Preece ha trasferito qui alcuni reperti estratti da tre siti archeologici cittadini, mentre la struttura eretta dal keniota Wangechi Mutu, che richiama lo scheletro di una casa, sorge sul terreno di Miss Sarah, un'anziana signora che ha dovuto interrompere la ricostruzione della propria abitazione dopo che l'impresa edile è scomparsa con tutti i suoi risparmi.
Di fronte all'opera di Mutu c'è l'L9 centre for the arts, inaugurato nel 2007 da due fotografi di New Orleans, Keith Calhoun e Chandra McCormick, che con le loro istantanee ripercorrono trent'anni di storia di questo quartiere.
"La vera sfida è tenere una luce accesa nella comunità, mostrando qualcosa di positivo e stimolante.
E credo che L9 sia l'inizio", ha dichiarato Calhoun.
Il suo atteggiamento deve aver fatto colpo su alcuni degli artisti che, passando in città, sono tornati a visitare regolarmente L9.
Basta uno sguardo al cortile sul retro della galleria per imbattersi in collaborazioni inaspettate: Preece ha decorato il patio, mentre Bradford ha aiutato ad assemblare il variopinto steccato con porte trovate per strada.
E' un'immagine che mi ha fatto riflettere e mi ha ispirato, nonostante la sbronza della sera prima.
E' proprio questa la sensazione che trasmette l'intero quartiere: un senso di speranza e di volontà di reagire.
Da bravi turisti siamo tornati nel quartiere francese per gustare un'ottima cena al raffinato Galatoire's, seguita da qualche drink al surreale Carousel Bar dell'Hotel Monteleone, un locale in stile circense diventato famoso grazie alla frequentazione di illustri avventori come William Faulkner, Truman Capote e Tennessee Williams, che lo citò nell'opera "La rosa tatuata".
Spesso si sente dire che New Orleans è una città senza eguali negli Stati Uniti.
Dopo una giornata cominciata in un paesaggio di devastazioni e conclusa con una bevuta di fronte a una sfarzosa giostra rotante, è difficile non essere d'accordo.

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