venerdì 6 novembre 2009

THAILANDIA (Villaggio western di Pensuk).

GAY WESTERN.

La visita della tenuta comincia con un filmato in bianco e nero dei pascoli, girato negli anni sessanta.
Poi una guida in jeans e camicia a scacchi ci fa visitare il locale della mungitura e un recinto, dove si lancia in una descrizione dettagliata dei sistemi di inseminazione artificiale delle mucche.
Alla fine ci porta nelle stalle, dove ammiriamo l'abilità del personale nel prendere al laccio i vitelli per marchiarli.
"La cultura del far west è presente ovunque in Thailandia", mi assicura il direttore della fattoria Choak Bulakul.
Una settimana dopo, di ritorno a Bangkok, capisco cosa voleva dire.
Improvvisamente noto dappertutto segni di questa presenza.
Yuppie con cellulari trillanti addentano giganteschi pezzi di carne nelle steak house della catena Chokchai.
Nei teatri va in scena un gay western tailandese, a metà tra "I segreti di Brokeback Mountains e uno spettacolo comico.
Una sera vado al Tawan Daeng, un cowboy bar a nord della capitale.
La pista da ballo è circondata su tre lati da lunghi tavoli.
Uomini e donne vestiti con pantaloni sgargianti e abiti attillati bevono grandi quantità di whischi a buon mercato.
Alle pareti sono appese le foto dei più famosi cantanti country del nordest.
Alcuni sono morti giovani, come alcuni omologhi statunitensi.
Un complesso di dieci elementi entra in scena e comincia a eseguire brani di "mor lam", una versione locale di country elettrico.
Le coppie entrano in pista, mescolando danze folk americane e movenze classiche thai.
La prima canzone si conclude con un lamentoso assolo eseguito con l'armonica a bocca.
I camerieri servono un altro giro di whiski e il cantante prende di nuovo in mano il microfono.

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