lunedì 3 agosto 2009

FILARI DI PIOPPI.


Nella bella stagione, i prati e i campi si accendono di papaveri rossi e i filari di pioppi lungo il Po sussurrano nel vento leggero.
Il grande fiume che qui chiamano "madre" dà e prende vita, irrigando i campi per poi inondarli e facendo annegare qualcuno nei suoi insidiosi mulinelli.
"La gente di qui non potrebbe vivere senza il fiume, ma spesso si tratta di una convivenza difficile", mi racconta Melanie.
"Non sai mai cosa sta per succedere.
Ma qundo il Po tracima, la prendono con filosofia: 'E' solo un fiume', dicono, 'viene avanti, e poi torna indietro'".
Per alcuni giorni la mia base è stata I due Foscari, un piccolo albergo vecchio stile che si trova a Busseto, meta di pellegrinaggio per gli amanti dell'opera: Verdi fu maestro d'organo nella locale chiesa secentesca di San Bartolomeo, e l'hotel prende il nome da uno dei suoi capolavori.
Guareschi parcheggiava sempre la sua Moto Guzzi rosso fuoco nella piazza del Caffè centrale, dove si sedeva a bere e a leggere il giornale.
Lo so perchè me l'ha raccontato il proprietario del negozio di formaggi.
Così, quel caffè è diventato il mio posto fisso per la sera.
Dopo l'aperitivo, di solito attraverso la piazza per cenare al ristorante Teatro.
Leggendo i racconti di Guareschi assaporo l'ambiente amichevole e i piaceri semplici della vita di provincia.
A Busseto non ci sono negozi di souvenir e per la maggior parte del tempo sento a parlare solo italiano.
Via Roma, la stada principale, si riempie di banchi del mercato che vendono parmigiano reggiano e culatello, venerato come il re dei prosciutti.
Le persone arrivano anche dai dintorni per fare acquisti e pettegolezzi.

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