venerdì 21 agosto 2009

U.S.A. (Deserto del New Mexico).

Riprendo la I-25 e attraverso un paesaggio inponente, affiancato a ovest dalla muraglia delle Montagne Rocciose.
Dal New Mexico entro in Colorado.
Colorado Springs è immersa in un'atmosfera di cristianità militare e militante.
Non a caso conserva il simbolo supremo della guerra fredda: la base aerea di Cheyenne Mountain.
Una galleria lunga quasi due chilometri scavata sotto le Montagne Rocciose conduce in una città sotterranea degna di un film di James Bond, dove dei supercomputer elaborano i dati raccolti da una rete di sicurezza capillare.
I tecnici che lavorano qui hanno il compito di intercettare qualsiasi possibile attacco missilistico contro il territorio statunitense, e sono in grado di identificare oggetti in orbita delle dimensioni d'un cacciavite.
Costruito all'inizio degli anni sessanta in seguito alla crisi dei missili cubani, il centro di comando sotterraneo - che ospita anche un ospedale, un barbiere e un supermercato - è stato interamente costruito su uno strato di ammortizzatori per assorbire l'urto di un eventuale attacco nucleare diretto.
Attualmente la base è in disuso, ma potrebbe tornare operativa in qualsiasi momento.
Superata Denver, l'autostrada passa accanto al sito di una nota catastrofe nucleare: Rocky Flats, dove venivano fabbricati i nuclei di plutonio delle bombe H.
Il sito è stato chiuso qualche anno fa dopo un'ispezione dell'Fbi, ma resta ancora uno dei luoghi più contaminati del pianeta.
Il percorso nucleare prosegue attraverso le praterie ondulate e deserte del Wyoming.
Ben presto, alle porte della base aerea F.E. Warren di Cheyenne, giganteschi razzi Minuteman 3 mi segnalano che sono arrivato nella patria dei missili balistici intercontinentali.
Lungo l'autostrada si vedono i silos che li contengono: complessi dall'aspetto innocuo, non più ampi di un campo da tennis, dove i missili dormono nascosti sotto i loro coperchi di cemento.
Sul recinto, un cartello dice "Use of deadly force authorised": chi si avvicina può essere colpito a morte.

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