lunedì 10 agosto 2009

LA VIA DELL'INCENSO.

Manhattan invidia a Shibam la tranquillità della strade,troppo strette per il traffico su ruote.
E Shibam invidia a Manhattan le risorse economiche, anche se all'epoca in cui la città yemenita era un importante centro commerciale sulla strada dell'incenso e delle spezie New York doveva ancora nascere.
Qui approdavano le carovane che dall'Oman andavano verso la Mecca e i porti del mar Rosso.
Al mercato di Shibam si vende ancora il migliore incenso dello Yemen, ma ormai le foglie del qat lo hanno relegato in secondo piano.
Gli yemeniti masticano le foglie di questo arbusto in compagnia degli amici, come noi beviamo un bicchiere di vino.
E' stata la ricchezza data dal commercio dell'incenso a contribuire alla creazione di uno dei più straordinari esempi di architettura del mondo, ripetuto poi in altre città dello Yemen, come Kawkaban o il centro storico di Sana'a.
E senza i materiali che secoli dopo avrebbero permesso la costruzione dei grattaceli.
A Shibam usarono solo fango e tronchi di palma per costruire torri alte nove piani che poggiano su fondamenta di pietra.
Vennero distrutte e ricostruite dopo le piene del 1298 e del 1532 e sono miracolosamente in piedi ancora oggi.
La varietà dei disegni che decorano le facciate degli edifici fa di Shibam un vero e proprio museo all'aria aperta.
Non sono solo la grande moschea o la casa di Jarhum, l'edificio più antico della città, ad avere persiane e porte di legno antico.
Nelle cinquecento torri conservate dentro le mura la calce incornicia i vani delle finestre o delimita i diversi piani.
In contrasto con il bianco della calce, la paglia usata per dare consistenza al fango emette barlumi dorati sotto il sole del deserto.

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