lunedì 10 agosto 2009

GRATTACIELI COLOR ORO - TORRI DI FANGO.


Dall'alto "SHIBAM" sembra un miraggio.
Una fitta schiera di edifici dorati che sorgono dalla sabbia sfidando la gravità.
Intorno, le palme e il letto dell'Hadramaut.
Più in là, solo il vuoto del Rub al Khali, un deserto molto esteso che ha segnato la vita e la storia di quest'antica città dello Yemen orientale.
Una volta sbarcati dall'aereo, la bellezza di Shibam resta intatta, ma da vicino si comprende meglio quanto sia difficile viverci e preservare quella che la viaggiatrice Freya Stark battezzò "la Manhattan del deserto".
Forse è Manhattan a dover essere considerata " la Shimab del ventesimo secolo", perchè la città yemenita, con i suoi grattaceli, è nata molto prima del centro finanziario statunitense.
I suoi settemila abitanti fanno risalire il primo insediamento al dodicesimo secolo avanti Cristo, anche se le prime prove scritte della sua esistenza risalgono a 1.500 anni dopo, quando Shabwa fu distrutta e la capitale del regno di Hadramaut fu trasferita in quest'oasi, crocevia di diverse rotte.

Nessun commento:

Posta un commento