mercoledì 26 agosto 2009

SUDAFRICA. ("Capo Occidentale" in Mountain Bike).

PACCHETTO PREMIUM.

Alla vigilia della gara vado a cena con il mio compagno di squadra, Tim Kremer, in un ristorantino sul mare di Knysa.
Con una certa apprensione, ci rimpinziamo di pesce e pastasciutta: nessuno dei due è preparato per affrontare una gara del genere.
Io mi sono trasferito da poco a Mumbai, una città dove travolgere i ciclisti è diventato uno sport sanguinario per tassisti e risciò motorizzati, e Tim ha ben altro da fare,preso com'è dalla sua nuova fabbrica di giocattoli.
Quest'anno, i giorni più duri della Cape Epic saranno i primi tre.
Il primo giorno ci inerpicheremo a 2.660 metri lungo una sterrata di cento chilometri.
Nell'aria gelida del primo mattino, mordiamo il freno ai nastri di partenza mentre gli elicotteri della tv ronzano sopra le nostre teste.
Alle sette in punto scatta il segnale del via.
La velocità iniziale è di 30-40 chilometri all'ora: non siamo allenati per procedere a questa andatura e presto le mie gambe si fanno pesanti.
Riguadagnamo terreno sulle colline, superando i 12 chilometri del passo Prince Albert sotto il sole splendente di mezzogiorno.
Una lunga discesa ci porta su una storica pista per carri, ed eccoci finalmente al traguardo: Uniondale, un paesino sperduto che, come molti altri che attraverseremo, mi ricorda quelli dell'entroterra australiano.
Nè primi nè ultimi, abbiamo concluso il primo giorno nel gruppone intermedio e ci resteremo per l'intera gara.
Grazie al cielo quando ci siamo iscritti abbiamo optato per il "pacchetto premium": mentre la maggior parte dei corridori dorme sotto le tende fornite dagli organizzatori, noi siamo ospiti di foresterie o case private e, sopratutto, abbiamo un massaggiatore sportivo a nostra completa disposizione.
La prima sera alloggiamo poco fuori Uniondale, in una casa con vista sulle placide colline dei dintorni, e per cena ci servono una sontuosa grigliata sudafricana.
I giorni successivi sono scanditi dalla stessa routine: sveglia prima dell'alba, ricca colazione a base di uova e pasta, poi in sella per sei-otto ore e infine pranzo, massaggio, cena e una puntata di Lost in tv.
Ogni sera gli organizzatori allestiscono un buffet sotto una grande tenda, ma trovare qualcosa da mangiare al traguardo è più difficile: un problema non trascurabile quando si bruciano 5.700 calorie al giorno.
I negozi dei piccoli centri che attraversiamo sono presi d'assalto.
A Kleinmond hanno finito l'mpasto per la pizza, a Montagu niente bicchieri di carta, a Villiersdorp nulla di commestibile.
E' come arrivare dopo il passaggio dei vandali.


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