martedì 18 agosto 2009

GIAPPONE ANTICO: La via Nakasendo.
Mentre mi chino per passare sotto la minuscola entrata del Maruya, mi torna in mente quello che ho letto su internet.
"Qui non troverete la "haute cuisine" di un cuoco famoso e neanche le attrezzature di un albergo di lusso.
Ma non abbiamo intenzione di cambiare: vogliamo farvi rivivere la condizione del viaggiatore immutata nel tempo".
Appena gli occhi si abituano alla luce,mi rendo conto che la descrizione è fedele.
Sul pavimento in terra battuta sono allineate file ordinate di scarpe: sul tatami bisogna camminare con i calzini.
Alla mia destra un fuoco riscalda un bollitore appeso alla catena e il fumo, leggermente aromatico, sale verso il soffitto in legno.
Attraverso un "noren" blu (una tenda divisoria), una ripida scala conduce al secondo piano, che ricorda la soffitta di una nonna: è pieno di oggetti e lampade polverose accatastate accanto ad asini di rafia intrecciata.
Un arazzo mai finito è appoggiato su un telaio.
Lo spazio è buio e rustico, ma affascinante.
Maruya è un "minshuku", una locanda a gestione familiare.
I turisti di solito le trascurano e preferiscono i "ryokan", le locande di classe che offrono oggetti di antiquariato, banchetti mozzafiato e un elegante staff in kimono.
Invece la proprietaria del Maruya, Fujiwara Natsuko, 60 anni, indossa una blusa nera, larghi pantaloni beige e calze rosa.
Porta gli occhiali e i capelli raccolti.
Insomma, non ha nulla a che vedere con una gheisha.
Fujiwara gestisce con successo una locanda che ospita i viaggiatori dal 1789.
Inginocchiata vicino a una teiera fumante, mi spiega perchè il "minshuku" è speciale: "Nei "ryokan" i turisti non hanno nessun contatto nè con i gestori nè con gli altri ospiti.
Invece nei "minshuku" puoi conoscere gli altri: sono posti più amichevoli.
In giapponese c'è un modo di dire 'kawaka sen' che vuol dire incontrare volti".
Poi c'è anche l'aspetto economico.
Ho trascorso meno di 24 ore in un "ryokan" e ho speso quasi 200 euro.
I " minshuku " offrono un futon, la colazione e la cena per circa 50 euro.
Si trovano nella campagna giapponese e accolgono con ospitalità i viaggiatori di passaggio.
Ero molto curiosa di vedere un "minshuku" tradizionale.
Mi avevano consigliato di percorrere una strada, l'antica via Nakasendo: è lunga 500 chilometri e collega Kyoto a Tokyo.
Costruita nell'ottavo secolo, la strada ha continuato a svilupparsi fino al periodo Edo (tra il 1603 e il 1868).
Nata per facilitare gli spostamenti dei militari e dei governanti feudali, si snoda attraverso la meravigliosa regione montana di Kiso.
Lungo il cammino i viaggiatori stanchi e affamati incontrano 69 città tradizionali e moltissimi "minshuku.

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