lunedì 17 agosto 2009

MOZAMBICO. GLI ANNI DELLA GUERRA:
Soro Filipe, 47 anni, ha un tocco magico: riesce a ricavare delle note da un improbabile strumento musicale che si è costruito da solo.
Oggi fa l'insegnante a Chitengo, mentre da ragazzo lavorava negli asili per bambini bianchi.
Erano gli anni d'oro di Gorongosa, prima dell'indipendenza, quando il parco ospitava la più grande varietà di animali del pianeta e accoglieva 22mila turisti all'anno.
"Ora abbiamo più libertà, possiamo espatriare senza autorizzazione", racconta Soro.
Gli abitanti sembrano più disposti a ricordare l'epoca coloniale che i sedici anni di guerra, sia per pudore sia perchè non vogliono riaprire vecchie ferite.
Gorongosa, territorio della resistenza nazionale mozambicana, è stato un fronte di guerra, disseminato di trincee: si sparava su qualsiasi cosa che si muovesse, e gli animali colpiti venivano mangiati.
Le mandrie di migliaia di erbivori che "un tempo attraversavano la pianura come un mare in tempesta" non esistono più.
I rinoceronti e le iene sono stati sterminati.
Sono sopravvissuti solo cinque gnu azzurri su 5.500 esemplari, due zebre su seimila, 50 bufali su 14mila, 30 elefanti su quattromila e 30 leoni su trecentomila.
Baldeu Chande, il direttore del parco, ha vissuto prima l'euforia dei giorni dell'indipendenza, quando anche la sovranità su Gorongosa è passata al nuovo stato, e poi lo sgomento davanti al caos della guerra civile.
Chande ha contribuito alla riconciliazione nazionale reclutando tra il personale del parco ex guerriglieri delle due fazioni nemiche.
Gorongosa non è solo un parco nazionale.
E' il cuore del Mozambico: un cuore che ha subìto un lungo arresto cardiaco, ma che ha ripreso a battere grazie a una iniezione di 25 milioni di euro.

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