lunedì 10 agosto 2009

YEMEN-SHIBAM.

Allora il presidente Ali Nasser Mohamed chiese all'Unesco di includere Shibam nella sua lista dei luoghi considerati patrimonio dell'umanità.
Almeno 45 edifici erano in condizioni critiche per le inondazioni: bisognava restaurare il "ramad", la mescola di calce e cenere con cui si impermeabilizzavano i muri e il tetto.
La città è approdata al ventunesimo secolo grazie a un piano di emergenza per riparare la diga e a un altro più a lungo termine per creare una rete idraulica e fognaria, e grazie anche all'arrivo dell'elettricità e del telefono.
Da allora il governo yemenita si è impegnato nel restauro di Shibam, aggiudicandosi per questo uno dei premi Aga Khan di architettura nel 2007.
Il progetto di sviluppo urbano lanciato sette anni prima con l'aiuto dell'associazione di cooperazione allo sviluppo tedesca Gtz è riuscito a migliorare e restaurare più della metà degli edifici della città, che oggi ha due scuole e un ospedale, oltre a sei moschee e due madrasa.
Su 437 appartamenti, 398 sono di nuovo abitati.
Dalla strada gli edifici sembrano robusti.
I muri di un metro di spessore garantiscono l'appoggio dei piani superiori, la cui superficie si va riducendo man mano che aumenta l'altezza.
Lo stesso accade allo spessore dei muri, che alla fine sono di 30 centimetri.
L'edificio più alto di Shibam ha otto piani e supera di poco i 29 metri di altezza.
Ce ne sono anche di sei e sette piani, ma la maggior parte ne ha cinque.
Le torri yemenite non ospitano più di una famiglia e la successione dei piani segna ancora oggi la transizione dal pubblico al privato.
Il piano terra non si usa più come stalla ma, come dimostrano i 134 negozi censiti nel centro di Shibam, è un luogo di scambio con l'esterno.
Al primo piano c'è la sala per ricevere gli ospiti, una zona riservata generalmente agli uomini.
Al piano successivo si trova la stanza delle riunioni di famiglia, che a volte diventa una camera da letto.
Nei piani più alti ci sono le altre camere e la cucina, dominio tradizionale delle donne.
L'ultimo piano o "mafrach" è riservato alle riunioni con i familiari o con gli amici più stretti,che il pomeriggio sono invitati a masticare il qat, a leggere poesie o ad ascoltare musica tradizionale.

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