martedì 21 luglio 2009

A TERRA.

Sabato 15 settembre ho messo piede a terra per la prima volta: due settimane esatte dopo la partenza.
Mi è sembrato che oscillasse un po', una sensazione che a bordo non avevo mai percepito davvero.
Udo Wolms e io siamo saliti a bordo di un'auto che ci ha portati al ristorante di pesce di Lin Ya, la trattoria di fronte all'ingresso del porto.
Lin Ya, che ha 29 anni, ci ha colpiti per il suo fascino basato sul sapiente equilibrio tra distanza professionale e confidenza: esattamente quello di cui hanno bisogno gli uomini dopo un paio di settimane di mare.
I prezzi erano buoni e c'erano birra in abbondanza, schede per i telefonini, accesso a internet e un servizio di trasporto per un centro di massaggi.
Lin sa cosa piace ai marinai e ci fa i soldi senza farlo pesare.
Lì accanto c'era anche un negozietto di dvd, dove per un dollaro si potevano comprare film di Hollywood che non si distinguevano in niente, neanche per l'avviso antipirateria dell'Fbi,da quelli originali.
Si poteva già trovare l'ultima serie di 24.
Quando sono andato a controllare la mia posta elettronica, un giovane venditore di sigarette di contrabbando si è piazzato accanto a me e non ha voluto saperne di staccare lo sguardo dallo schermo.
Era solo un assaggio della proverbiale curiosità dei cinesi, che avrebbe reso divertente il mio soggiorno nel paese asiatico.
Il giorno dopo siamo ripartiti per il porto di Chiwan.
Insieme a Lars Hoffsommer ho chiesto di fare un'escursione a Shekou,la città di cui Chiwan è solo un sobborgo.
Lì abbiamo percorso strade con centinaia di negozi, dove si trovavano già le imitazioni dei nuovi modelli di iPod nano che la Apple aveva lanciato sul mercato mentre noi attraversavamo l'oceano.
Abbiamo fatto una sosta al Bar del marinaio, dove Hoffsommer voleva cambiare un paio di dvd difettosi,e così ci siamo messi a rovistare nelle casse di video del bar, le cui pareti erano tappezzate dalle foto di centinaia di marinai.
Dal soffitto pendevano frutti di plastica, un alberello di Natale illuminato e qua e là si vedeva uno scarafaggio sul pavimento.
A più riprese la proprietaria del negozio ha staccato un pezzo di carta igienica ed è venuta ad asciugarmi il sudore dalla fronte.
Poi sono arrivate sei ragazze, appena sbarcate da un minibus nuovo di zecca: piccoline, con i jeans a vita bassa e i reggiseni push-up.
Sono venute a strusciarcisi addosso come gattini.
Dal nostro gentile rifiuto la titolare ha dedotto che non eravamo soddisfatti della scelta.
Così pochi minuti dopo il pulmino è tornato con altre ragazze, che si sono limitate a guardarci finchè una ha detto esplicitamente: "I can change clothes for you! "(Per te posso anche cambiare i vestiti).

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