martedì 28 luglio 2009

MENTRE PARLAVO CON QUESTI STUDENTI, mi sono reso conto che i cinesi sentono di vivere un rinascimento.
Fino al quattrocento il loro paese è stato la prima potenza del pianeta.
Ogni volta che ci laviamo i denti con lo spazzolino, che accendiamo un fiammifero o che usiamo la carta igienica, stiamo sfruttando una delle numerose invenzioni dei cinesi.
Anche quando il progresso tecnologico si è arrestato per motivi politici, la Cina ha contribuito alla produzione mondiale con una quota da un quarto a un terzo del totale fino all'inizio dell'ottocento.
Solo in seguito l'Europa ha preso il posto dell'Asia come centro dell'economia mondiale.
La questione è capire se la Cina, dopo essere diventata la fabbrica del mondo, diventerà anche il suo laboratorio, contenendo all'occidente il primato nella ricerca e nello sviluppo.
A suo favore parla la legge dei grandi numeri: la Cina sforna ogni anno circa quattrocentomila ingegneri, gli Stati Uniti cinquemila.
Anche ipotizzando che solo una piccola percentuale degli ingegneri cinesi sia altamente qualificata, saranno comunque il doppio degli americani.
Fino al 2020, inoltre, la Cina prevede di impiegare una parte consistente del suo pil nella ricerca.
Altre ragioni, tuttavia, portano a pensare che il paese non sarà in grado di pilotare il suo ritorno alla guida dell'economia mondiale anche dal punto di vista tecnologico.
Attualmente il gigante asiatico guadagna di più appropriandosi delle tecnologie esistenti che non inventandone di nuove.
L'elettronica, per esempio, è come le costruzioni Lego: schermi, cavi, schede e processori sono fatti in modo da funzionare in qualsiasi apparecchiatura, dai computer ai cellulari fino ai lettori mp3.
Al momento, il punto di forza della Cina consiste nella combinazione di quello che è disponibile: nel gergo del settore si parla di "innovazione architettonica".
C'è da chiedersi, tuttavia, per quanto tempo durerà.
Microsoft e Google hanno aperto dei centri di ricerca e sviluppo in Cina.
Sono tutte operazioni che portano nel paese lavoro ad alto valore aggiunto.

Nessun commento:

Posta un commento