giovedì 9 luglio 2009

IL TIFONE DANAS.

Nonostante tutti gli automatismi, la macchina non può sostituire gli uomini.
Un giorno master Trumper ci ha avvisato che era in arrivo il maltempo: un tifone di nome Danas che infuriava da qualche parte intorno al Giappone.
Sono andato tutto speranzoso sul ponte, pregustando una vera avventura marinaresca con onde alte come case che si abbattono sulla nave, spazzano via dal ponte i container, affondano il cargo, mentre io riesco ad aggrapparmi a una di quelle scatole di latta e, unico superstite, approdo su un'isola paradisiaca solo soletto come Robinson Crosue.
Era cominciata proprio bene.
Le vetrate della plancia erano sferzate da un diluvio di pioggia, e i loro sedici tergicristalli si muovevano avanti e indietro in sincrono.
La prua era oltre il limite di visibilità e dense falde di nebbia strisciavano sul carico.
Ogni tanto facevamo suonare la sirena: eravamo in rotta di collisione con delle grandi chiazze gialle che apparivano sullo schermo radar.
"Pioggia", mi ha spiegato uno degli ufficiali prima che master Trumper mi mandasse via dalla plancia: era necessaria la massima concentrazione e quello non era il posto adatto a un passeggero.
In fin dei conti, lo strumento che consente di vedere meglio sono gli occhi.
Secondo Trumper, infatti, il radar può ingannare.
Poi il maltempo si è calmato, e così anche il sogno del naufragio romantico è svanito.
Ma anche gli occhi ingannano, non solo i radar.
Nelle giornate serene il mare, visto dal cassero, sembrava liscio come l'olio, calmo e trasparente.
Bastava scendere più in basso, però, per scoprire che le onde erano alte anche cinque metri.
Per la Msc Texas erano solo una lieve increspatura: se di tanto in tanto la nave rollava lievemente, lo faceva con la cautela con cui una mamma culla il suo bambino addormentato.
E' ingannevole anche il senso di sicurezza suscitato dall'elettronica.
Devono tenerlo presente soprattutto i novellini.
Come gli altri ufficiali, anche al guardiamarina Lars Hoffsommer, che ha la patente di capitano in tasca, manca ancora l'esperienza necessaria per assumersi la responsabilità di un cargo come la Msc Texas.
Hoffsommer, che sembra un gigante, è cresciuto ad Amburgo.
Suo bisnonno era comandante, il nonno pure, mentre il padre era un costruttore navale.
Ha fatto le scuole commerciali,ha studiato un pò di economia aziendale, ma poi non ha saputo resistere all'attrazione del mare.
La sua fidanzata ha dovuto rassegnarsi.
Quando si rivedono, mi ha confidato con emozione,è sempre come una luna di miele.




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