lunedì 27 luglio 2009

METROPOLI CSMOPOLITA.
Shanghai si è riallacciata al suo passato di metropoli cosmopolita e ora corre veloce come il vento verso il suo futuro di capitale del mondo.
Non deve stupire, quindi, che abbia anche il treno più rapido del pianeta: sulla sua linea di levitazione si viaggia dall'aereoporto di Pudong al centro cittadino a 431 chilometri all'ora.
Mi è tornato in mente quello che diceva l'equipaggio tedesco della Msc Texas: il Transrapid, che circola qui da tre anni, è un'invenzione tedesca, ma in Germania è ancora alla fase progettuale.
Nel 2014 collegherà l'aereoporto di Monaco di Baviera alla stazione centrale, sempre che nel frattempo si siano placate le proteste e le lamentele.
Uno dei paradossi della storia di Shanghai è che la miseria del suo passato coloniale è diventata il motore di una nuova libertà.
Al tempo della Guerra dell'oppio, i britannici avevano strappato all'imperatore il diritto di gestire il commercio della droga dalla base di Shanghai.
Così resero dipendenti dall'oppio dodici milioni di cinesi e prepararono il terreno per la palude di corruzione degli anni venti e trenta.
All'epoca un missionario osservò che se Dio tollerava Shanghai, doveva una spiegazione a Sodoma e Gomorra.
Durante la seconda guerra mondiale la città diventò l'approdo dei profughi europei: era l'unica al mondo ad accogliere incondizionatamente gli ebrei.
L'eredità britannica è visibile negli edifici del Bund, un'area che costeggia il fiume, mentre l'influenza dei francesi è evidente nella French Concession, fuori dalla vecchia cinta di mura.
Il panorama architettonico della città è caratterizzato sia dalle vie con gli eleganti edifici italiani e neoclassici sia dai vecchi quartieri cinesi con le case shikumen e la folla formicolante di venditori ambulanti, che tengono in equilibrio sulle spalle due ceste poste alle estremità di un bastone.
Shanghai è tornata ad essere multiculturale, solo che oggi comandano i cinesi, che sono fermamente intenzionati a fare della loro metropoli la New York del ventunesimo secolo.
I newyorchesi ci sono già.
Per esempio in yazz bar come il Cotton Club o in locali come Pane e vino.
Si entusiasmano per questa città che gli ricorda l'antica vitalità della Grande Mela, e si sentono i benvenuti.
Se a New York bisogna inginocchiarsi davanti a un padrone di casa per prendere in affitto un appartamento sporco, piccolo e costoso, il cinese ti stupisce: magari ti chiede se vuoi altri mobili, un televisore o la tessera di una palestra, e ti accompagna subito per un giro di acquisti, in modo che non ti manchi nulla.O



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