sabato 25 luglio 2009

LA REGINA D'ORIENTE:


Non ero l'unico ad avere scelto come meta Shanghai.
Ci stava arrivando anche una certa Wipha.
Non era una ragazza, ma un tifone che aveva scoperchiato i tetti di alcune centinaia di case, bloccando l'approvigionamento idrico di diverse località costiere, per poi dirigersi verso la città che, a seconda dei punti di vista, è chiamata "regina d'Oriente " o "puttana dell'Asia".
Secondo il quotidiano China Daily, che mi ero messo a leggere in treno, erano già state evacuate due milioni di persone.
Ma Wipha sembrava aver perso la voglia di attaccare Shanghai.
Quando sono arrivato, la città risplendeva sotto una fresca pioggerellina.
Ci sono diversi modi per capire l'essenza di una città.
Per quanto riguarda Shanghai, il migliore è munirsi di una mappa vecchia di un anno.
Non ci si troverà niente di quello che è riportato, si vedranno solo cose nuove.
Un terzo di tutte le grandi gru per l'edilizia si trovano a Shanghai.
Non c'era giorno senza che dalla stanza del mio albergo non vedessi spuntare un nuovo grattacielo.
Nel quartiere di Pudong, sulla riva destra del fiume Huangpu, è sorta una Manhattan che mette in ombra il suo modello.
Sulla Huaihai Lu, la Fifth avanue di Shanghai, ero abbagliato da un lusso che non ha pari neanche a New York, a Parigi o a Londra.
Era sera tardi e faceva caldo.
In giro c'erano coppiette molto eleganti.
Le donne mettevano in mostra dei capelli lucenti come la seta.
Su entrambi i lati del viale, grande come gli Champs-Elysèes, si svolgevano sfilate di moda ed eventi per la promozione di auto di lusso o cucine ultramoderne.
Le decorazioni luminose dei grattaceli risplendevano nel cielo notturno come uno sciame di dischi volanti.
La sensazione di essere in un mondo nuovo somiglia a un incontro del terzo tipo: il megacapitalismo con il ritratto di Mao sulle banconote.

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