venerdì 3 luglio 2009

SULLA MSC TEXAS CI SONO DUE SCIALUPPE DI SALVATAGGIO, una per ogni lato della nave.
Ogniuna può trasportare 34 persone, abbastanza per l'intero equipaggio.
Se la nave dovesse inclinarsi, infatti, se ne potrebbe usare solo una.
Le scialuppe sono dotate di razzi luminosi, cassette per il pronto soccorso, viveri d'emergenza e serbatoi d'acqua potabile.
Un giorno è scattato il segnale d'allarme, ma si trattava solo di un'esercitazione.
E' stato simulato un incendio nell'officina della sala macchine: tra l'ululato della sirena, le grida e il gracchiare dei radiotelefoni è partita una squadra di spegnimento rapido.
Alla fine tutti i membri dell'equipaggio, obbedendo agli ordini del primo ufficiale, si sono diretti con il casco da lavoro e il giubbetto salvagente verso la scialuppa, dove Udo Wolms ha provato ad avviare il motore.
Solo master Trumper è rimasto in plancia: il comandante è sempre l'ultimo a lasciare la nave.
Con il mare calmo tutto sembra facile.
Ma in caso di maltempo perfino la scialuppa può diventare pericolosa perchè, una volta calata in acqua, potrebbe sfracellarsi contro la murata della nave.
Per questo il cargo viene abbandonato solo in caso di estrema necessità: spesso è il posto migliore in cui sopravvivere a una catastrofe.
Ed è anche quello più comodo, dato che nella scialuppa non c'è il bagno.
Per eventuali bisogni, ha suggerito Wolms, si può usare il casco.
I cargo come la Msc Texas inviano in continuazione un segnale radio con delle informazioni che permettono di identificare la nave, la sua posizione e la rotta.
Grazie al sistema Ais (automatic identification system), inoltre, è possibile sapere quali navi si trovano nei dintorni.
Ma la mia speranza di incontrarne almeno una è rimasta delusa.
Niente dimostra l'immensità del Pacifico più del fatto che in questo trafficatissimo oceano non sono riuscito ad avvistare una sola nave in due settimane.

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