mercoledì 29 luglio 2009

OTTIMISTI E AMBIZIOSI.


Le mie conversazioni con un gruppo di studenti cinesi non bastano per formulare delle previsioni, ma mi hanno fornito un'indicazione importante: in Cina le persone non sono meno curiose, ottimiste, ambiziose, consapevoli, affariste e ossessionate dal progresso tecnologico di quelle che vivono negli Stati Uniti.
Sono caratteristiche che hanno reso grande l'America e che invece si sono perse nell'Unione europea.
In Cina non mancano nè la volontà nè la gente.
Quello che occorre è il tempo, e la disponibilità del governo a mettere fine alla censura.
Comè possibile che le persone giovani, motivate e innovative si inseriscano nel dibattito globale se non possono neanche consultare Wikipedia?
Ho trascorso l'ultimo giorno prima del mio rientro in California in un museo di Shanghai.
C'era una mostra dedicata a Chen Jaling: erano esposte delle chine colorate grandi come vetrine, ancorate alla tradizione ma allo stesso tempo di un'estrema modernità.
Queste immagini trasmettevano una quiete simile a quella che si trova nei dipinti di Mark Rothko.
Erano leggere, ariose e sospese, al punto da comunicare una specie di assenza di gravità.
Forse sarà proprio questo a dare l'inpulso decisivo.
Quando l'arte di un paese riesce a incantarti fino a questo punto, ho pensato, vuol dire che quel paese ti ha conquistato.
La cultura è l'asso pigliatutto nella grande partita per il potere che è appena cominciata. E il fatto che l'arte contemporanea cinese raggiunga quotazioni record non fa che confermarlo.
Ho pensato ai miei giovani amici, che mettevano alla prova con me il loro inglese,e trovo che avevano ragione: è ora di imparare il cinese, la lingua del mondo nuovo.

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