giovedì 23 luglio 2009

MENTRE IL "PREZZO CINESE", cioè il costo più basso a cui può essere prodotta una merce, sta trasformando l'economia mondiale, l'emissione di sostanze nocive delle fabbriche sta cambiando l'ambiente della Cina.
Il simbolo di questa minaccia sono le meduse Nomura, grandi due metri e munite di tentacoli di cinque metri di lunghezza.
Si sono moltiplicate grazie ai reflui di scarico ricchi di sostanze nutrienti, e ora minacciano i salmoni e gli sgombri pinna gialla.
Venti delle trenta città più inquinate del pianeta si trovano in Cina.
Fino a dieci anni fa al paese bastavano le proprie riserve petrolifere, mentre oggi è diventato il secondo importatore dopo gli Stati Uniti.
Dopo il nostro arrivo a Hong Kong sono sbarcato.
Master Trumper si è addirittura emozionato: il suo unico passeggero era sopravvissuto al viaggio, e lui non aveva avuto bisogno delle scartoffie necessarie in caso di morte.
Mi è dispiaciuto lasciare la nave.
Anche per questo, forse, Hong Kong mi ha un po' deluso: la "megalopoli d'Asia" mi è sembrata una vecchia signora che cerca il buio della notte per nascondere le sue rughe.
Nelle strade, le persone e le auto lottavano per il poco spazio disponibile.
L'ironia della sorte ha voluto che proprio la mancanza di spazio sia diventato un grande fattore di livellamento: i super ricchi con le loro Ferrari sono ancora sorpassati dai carretti a mano con cui gli uomini dai copricapo di bambù raccolgono la carta straccia.
L'ex colonia britannica è stata restituita alla Cina dieci anni fa.
E' rimasta il principale centro finanziario del sudest asiatico e gode di uno statuto speciale che si basa sul motto "un paese e due sistemi".
Qui Falung Gong, la setta vietata in Cina, ha libertà di culto, mentre Han Dongfang, uno dei leader della protesta soffocata nel sangue a piazza Tiananmen nel 1989, ci può vivere indisturbato.
I timori che lo stile di vita occidentale venga stritolato dal drago cinese non si sono avverati, tanto che a Hong Kong ci si chiede con ironia se non sia stata la Cina a essere conquistata.
Ho fatto una breve gita in motoscafo a Macao, l'ex colonia portoghese tornata alla Cina due anni dopo Hong Kong .
Macao è la Las Vegas orientale e ha già superato la peccaminosa babilonia americana per quanto riguarda il giro d'affari: oggi il Venetian è il più grande casinò del mondo.
La sensazione di saudade, quell'intraducibile versione portoghese della malinconia cosmica, è ancora presente nelle vecchie viuzze su cui ora si affacciano le sale da gioco.
Ma sia a Macao sia a Hong Kong non ci si riesce a liberare da una sensazione di dèyà-vu.
Solo quando sono arrivato a Shanghai ho capito perchè: Hong Kong e Macao amministrano quello che avevano, mentre Shanghai inventa tutto dal nulla.





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