mercoledì 28 aprile 2010

SCOZIA (LE "HIGHLANDS").

PERSONE RIMOSSE.

"Stia attento, il piatto è molto caldo", si è raccomandata la cameriera che ci ha servito.
Avevo ordinato la colazione vegetariana scozzese completa, l'ho divorata.
Mi sentivo carico e pronto ad affrontare una lunga passeggiata.
Mentre la cameriera raccoglieva i nostri piatti sporchi, ho fatto quattro chiacchiere.
All'inizio abbiamo parlato dei suoi cani.
Sono stato sorpreso quando mi ha detto di avere cinque cani da pastore.
"Come mai così tanti?.
"Badano alle pecore.
Mio marito ne ha cinquecento", ha spiegato con orgoglio.
"Allora siete ricchi?", ho chiesto.
"Oh no! Non sono nostre.
Mio marito fa solo il pastore".
E' stato questo scambio di battute a spingermi a scoprirne di più sulla storia delle Highlands.
Così ho saputo della grande tragedia che nel settecento e nell'ottocento ha segnato la vita degli abitanti del posto, creando tutti quei fantasmi con le loro mille storie da raccontare.
Quando siamo tornati a Glen Orchy per un'altra vacanza il tempo è stato più clemente.
Abbiamo cominciato una passeggiata della vecchia strada militare, costeggiando una foresta.
A sinistra scorre il fiume Kinglass.
In quel punto è più largo e le acque scorrono lente.
Il letto, poco profondo, è cosparso di pietre tonde e luccicanti.
Mi sono fermato per ammirare la vista meravigliosa del fiume che si getta in un'ampia valle.
Davanti a noi, fin dove arrivava lo sguardo, c'erano altri "loch", le colline e un sentiero che avrebbe richiesto giorni e giorni di cammino per arrivare in fondo.
Ho pensato al principale fiume della Palestina, il Giordano: è impossibile passeggiare lungo le sue rive, perchè il fiume è ingabbiato dietro il filo spinato dal punto in cui lascia il lago di Tiberiade fino al mar Morto.
I morbidi contorni delle verdi colline della Galilea in primavera,dove sono andato a passeggiare poco tempo fa.
Cercavo i villaggi dove un mio prozio si era nascosto durante la prima guerra mondiale per non farsi arrestare dalle forze ottomane.
Quei villaggi sono stati tutti distrutti nel 1948, quando è stato fondato lo stato di Israele.
Sgomberata dai suoi abitanti, ora quella terra è usata per coltivare orzo e grano.
Ho provato a immaginare come doveva essere sessant'anni fa, quand'era animata dal lavoro di semplici contadini, dai versi dei loro animali e dell'allegra vita del villaggio.
Ora, invece, quella terra è silenziosa, tranne che per il sussurro del vento tra gli steli del grano.

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