martedì 13 aprile 2010

NEPAL (PIANURA DEL "TERAI").

IL CERCHIO E IL FUOCO.

La sera le donne cucinano all'aperto, mentre gli uomini si lavano alle fontane azionate da pompe a mano e gli animali consumano il foraggio nelle stalle.
Quando siamo riuniti intorno al fuoco per il secondo pasto della giornata, verso le sei del pomeriggio, chiedo all'anziana del villaggio, Jaymati, spiegazioni sulle origini ariane delle donne rana tharu.
Dopo una pausa per tirare qualche boccata dalla sua pipa ad acqua, mi risponde: "La bisnonna della mia bisnonna ricordava ancora i racconti dei nostri antenati, arrivati qui dal nord dell'India molto tempo fa.
Durante una guerra, le principesse e i dignitari di diversi clan e feudi (rana vuol dire regina in hindi) furono allontanati dall'India per mettersi al sicuro con il loro seguito, composto da serve, gioielli e greggi.
Trovarono degli spazi disponibili nelle grandi foreste allora vergini della pianura del Terai, e si stabilirano qui.
I loro compagni, uccisi o prigionieri, non riuscirono mai a raggiungerle.
Stanche di aspettare, le principesse rana finirono per prendere marito tra gli uomini dell'etnia tharu, il popolo indigeno del Terai.
Così è nato il nostro popolo rana tharu".
Questo popolo, composto da circa sessantamila persone, conserva le sue differenze culturali, come la sopravvivenza dei riti animistici e un residuo di matriarcato, che riguarda soprattutto la proprietà dei beni e del bestiame.
Nei giorni successivi cerchiamo di moltiplicare i contatti con i rana tharu, sparsi in una decina di località che si trovano nella zona sudovest del Terai.
In alcuni villaggi riusciamo a vedere delle case splendidamente decorate da sculture murali tradizionali.
Spesso, però, questi bassorilievi si perdono perchè il clima tropicale costringe a restaurare spesso i muri fatti di argilla.
Galli, mucche o figure geometriche tendono così a diventare sempre più rare.
Ai lati delle strade ogni tanto si vedono delle capanne.
Ci abitano i rana tharu liberati da poco dalla schiavitù degli usurai che li aveva incatenati da generazioni.
E' il kamaiya, il lavoro coatto svolto per ripagare i debiti ereditati dai genitori.
Il nuovo governo maoista ha abolito questo costume, insieme alla monarchia, e ha promesso di assegnare delle terre e di aiutarli a dissodare i loro terreni.
Perchè si rifacciano una vita da uomini e donne liberi.
Perchè il loro esilio lontano non si trasformi in schiavitù permanente.



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