mercoledì 21 aprile 2010

CILE (VALLE DELL' "ELQUI").

LA VECCHIA SCUOLA.

In realtà gli amici della poetessa erano i genitori di Dona Pinto.
Lei arrivava per bere il "mate" e per chiacchierare al fresco della veranda.
Tutto questo accadeva all'inizio degli anni trenta.
"Ricordate qualcosa del suo carattere?".
"Oh, era una donna meravigliosa", risponde Dona Pinto.
"Un grande cuore, molto gentile.
Ma era riservata, non particolarmente affettuosa.
Qualcuno la definiva una persona seriosa".
"Perchè secondo lei?.
"Ha avuto una vita tragica".
Il padre se n'era andato quando la futura poetessa era appena nata.
Alle superiori fu accusata di essere comunista per aver scritto un tema femminista e fu espulsa dall'istituto.
Poi l'amore della sua giovinezza si suicidò.
"Gabriela non si è più innamorata.
Niente figli suoi.
Solo tristezza".
Dona pinto si fa carico del dolore come se fosse il suo.
Anni dopo si suicidò anche il figlioccio della Mistral, che la scrittrice aveva cresciuto fin dall'infanzia.
"Pensate, i due uomini più importanti della sua vita si uccidono entrambi".
Controllo l'orologio, sono quasi le tre.
Mi congedo dalla vedova Pinto e mi dirigo di nuovo alla fermata dell'autobus.
Arrivato a Montegrande trovo le porte del museo aperte.
Betica, l'anziana curatrice, sta schiacciando un pisolino sulla sedia vicino all'ingresso.
L'edificio scolastico di mattoni ha due stanze.
Le lezioni si tenevano in quella davanti.
Le file di banchi di legno non sono state toccate, così come la lavagna incrostata di gesso e le mappe sbiadite del Cile sulle pareti.
E' come se gli alunni se ne fossero andati a ricreazione e non fossero mai tornati.
Le pareti della seconda stanza sono nude e imbiancate.
Ci sono tre letti dalla struttura di ferro, che danno alla stanza un'aria asettica, da ospedale.
Gli averi più miseri di Mistral tengono viva la memoria: una brocca di porcellana sbeccata, la macchina da cucire della madre, una cassapanca di legno, un rozzo lavandino e uno scuro dipinto religioso.
Mi giro per andarmene.
Chiedo a Betica se può consigliarmi un libro di poesie di Gabriela Mistral.
La curatrice, aiutandosi con il bastone, scorre tutte le opere pubblicate dalla scrittrice, le date di pubblicazione, le note biografiche e anche i dettagli delle traduzioni.
E il suo preferito?
Betica ha una vecchia edizione della prima raccolta, che la Mistral scrisse quando aveva solo 19 anni.
Fantastico, come s'intitola?
"Desolazione", annuncia Betica con uno strano entusiasmo.
"Noi donne cilene soffriamo molto, sapete?".

Nessun commento:

Posta un commento