giovedì 8 aprile 2010

COLOMBIA (ISOLA DI "PROVIDENCIA").

MENU' DI PESCE.

Providencia è fuori dalla rotta degli uragani che di solito attraversano Cuba, la Florida e le Antille, e poi gli edifici bassi e l'architettura locale sopportano i temporali molto meglio dei palazzoni stile Cancun che deturpano il resto dei Caraibi.
Durante i quattro giorni passati lì, la vita dell'isola mi ha contagiato con le sue piacevoli abitudini.
Tutti se ne vanno in giro sui motorini e la cena è sempre a base di pesce alla griglia con riso e fagioli.
Sulla spiaggia, la gente del posto ha sempre tempo per un sorriso e per fare quattro chiacchiere mentre ripara le barche o le reti da pesca.
Al crepuscolo, assisto a un piccolo miracolo: sono arrivato a Providencia nel periodo della migrazione dei granchi e ogni sera intorno alle sette migliaia di granchi neri, enormi e spaventosi, escono dal bosco per andare a depositare le uova sulla spiaggia.
Un esercito di crostacei si affolla sulla strada costiera (una barriera tiene lontane le auto) bisticciando per un pezzo di terra o cercando di arrampicarsi sul marciapiede.
E' uno spettacolo incredibile.
Providencia conferma la mia prima impressione paradisiaca.
Anche se ogni isola dei Caraibi cerca di vendere al visitatore la fantasia dell'Eden in terra: "In molti cercano di comprare terreni per costruire alberghi multipiano e resort di lusso", mi spiega la guida Jennifer Ramirez, "ma noi ci battiamo per impedirglielo.
Non sarà facile, ma vogliamo gestire l'isola a modo nostro e ai nostri ritmi".
Il ritmo è tutto a Providencia.
Non ricordo l'ultima volta che sono riuscito a staccare la spina fino a questo punto.
Immaginate un posto dove il cellulare non prende, non ci sono internet cafè tranne che in alcune zone di città, niente grandi negozi, niente chef, niente tv in camera.
Il meno è più, il niente è tutto.
Providencia di nome e di fatto.
Per molti anni il relativo isolamento della Colombia ha permesso a quest'isola di rimanere immune dall'ansia tutta latinoamericana per uno sviluppo annacquato all'europea.
La mattina della partenza mi sveglio al rumore dei manghi e Fed viene a prendermi per portarmi all'aeroporto.
Al costume e alle magliette ho aggiunto un barattolo di marmellata tropicale.
All'aeroporto di Madrid, sulla via del ritorno, un'agente della dogana me lo porta via.
E' una crumira europea coi paraocchi, tipica esponente di quella burocrazia spagnola che ha costruito l'America Latina.
Non Old Providence, però.
Per questo brindo a quest'isola meravigliosa e alla testa e alle chiappe di Henry Morgan, ogni volta che mi verso un bicchiere di rum e coca.

Nessun commento:

Posta un commento