lunedì 19 aprile 2010

CILE (VALLE DELL' "ELQUI").

POESIA, MATE E PISCO SOUR.

"In Cile tra le montagne e i vigneti della valle dell'Elqui.
Nei luoghi dov'è cresciuta la poetessa Gabriela Mistral, premio Nobel per la letteratura".

L'allegro autista dell'autobus m'invita a sedermi davanti insieme a lui.
"Faccio questa strada tutti i giorni e ancora mi prende qui", dice, fischiando dalla meraviglia e battendosi sul cuore talmente forte che gli esce un rantolo.
Il paesaggio bucolico della valle dell'Elqui ha ispirato allo stesso modo anche Gabriela Mistral.
Nata nel 1889 da una mamma sarta e da un padre che di lì a poco sarebbe diventato latitante, Mistral è diventata la più importante poetessa del Cile.
E' stata anche la prima donna sudamericana a vincere il premio Nobel, un'affermata diplomatica, una pedagoga e una sostenitrice dei diritti delle donne.
La scrittrice non ha mai dimenticato le montagne aspre e le valli ricche di vegetazione della sua infanzia, che ha citato spesso nelle sue opere.
Quando morì, nel 1957, il paese tirò le tende e restò in lutto per tre giorni.
Guardo sfilare i vigneti.
Più avanti la strada s'interrompe e termina la valle.
Davanti a me c'è la cordigliera delle Ande, coperta dalla neve e dal silenzio.
La valle dell'Elqui potrebbe essere una poesia: penso a interi sonetti che scivolano lungo i suoi fiumi e a rime incise sui gambi delle viti.
I turisti stranieri tendono a trascurare questo angolo del Cile rurale.
La valle dell'Elqui non ha il fascino del deserto di Atacama, nel nord, o dei ghiacciai blu cobalto, a sud.
Il Cile somiglia a un serpente se si guarda una cartina ruotandola di 90 gradi.
E i turisti sono più attratti dalle sue estremità: l'occhio protuberante (il nord) e la coda schioccante del rettile (il sud).
Il luogo dove nacque Mistral somiglia a un topo intrappolato nella pancia.
L'autobus percorre la strada in discesa fino al tranquillo e imperturbabile villaggio di Montegrande.
Gabriela Mistral trascorse i primi anni della sua vita in questo paesino minuscolo, occupando la stanza sul retro della scuola dove insegnava la sorella.
Oggi l'edificio è un museo dedicato alla poetessa.
Ma è mezzogiorno e le serrande sono ancora abbassate.
Il mio amico autista mi consiglia di proseguire fino al prossimo villaggio.
"Il museo riapre dopo l'ora di pranzo.
Ti conviene tornarci alle tre del pomeriggio".
Decido di proseguire con lui lungo la strada tortuosa che conduce a Pisco Elqui.
L'autista mi lascia all'angolo di una piazza dall'aria allegra piena di fiori e palme.
L'occhio mi cade sulla Distilleria Mistral Pisco, a metà di una curva sulla strada che mi stà di fronte.
Vado verso l'entrata della distilleria per assaggiare un sorso del famoso liquore del posto.
Il breve tragitto che mi separa da un bicchiere di pisco sour s'interrompe improvvisamente di fronte a una signora molto loquace: il suo nome è Gabriela.

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