lunedì 29 giugno 2009

La mia cabina si trovava sul ponte F, sotto quella del master. Quando sono salito a bordo Udo Wolms, il primo ufficiale, mi ha accompagnato fino alla porta.Anche lui è cresciuto in una localita' di mare tedesca, ma dall'altra parte della cortina di ferro : a Stralsund, nell'ex Ddr.
Wolms è responsabile delle condizioni della nave e del carico: lavora sempre con delle tabelle che regolano la disposizione dei container sulla nave. E' un compito che si esegue con una matita, un po' di matematica e quella dose di intuito che solo l'esperienza puo' fornire.
Wolms non sa cosa c'è nei singoli container. Non lo sa nessuno a bordo, neanche il comandante. A meno che non si tratti dei container bianchi refrigerati, che contengono generi alimentari come frutta, verdura, vino o gamberi e devono essere allacciati a una presa elettrica,oppure dei container con merci pericolose, che devono essere stivati in zone particolarmente sicure e non devono mai finire fuori bordo, come puo' succedere quando c'è cattivo tempo.
Tuttavia accade che dopo un paio di giorni di viaggio si cominci a sentire l'odore della merce nei container. Per esempio di quelli pieni di pelli di mucca, che vengono spedite in Cina per essere concioate: dopo un po' cominciano a cuocersi nella calura subtropicale e dai container fuoriesce una brodaglia maleodorante insieme a nugoli di mosche. Ho chiesto a Wolms che generi di materiali pericolosi possono esserci nei container speciali. Pensavo che mi parlasse di sostanze chimiche, di combustibili nucleari di armi di distruzione di massa. Invece mi ha risposto: "Profumo, lacca per capelli e cotone, che puo' bruciare per autocombustione".

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