lunedì 15 giugno 2009

IL CANTIERE INFINITO.
La posa dei binari comincio' nel 1878 e nel 1929 la ferrovia raggiunse Alice Springs.
Poi la mancanza di fondi, causata dalla grande depressione, fermo' i lavori a meta' strada. La citta' di Alice Springs è stata per 75 anni il capolinea del Ghan, tanto che gli abitanti del Territorio del Nord ribattezzarono la linea Never-never line. Fino a una mattina del febbraio 2004, quando il Ghan si è rimesso in marcia per addentrarsi nel nord e arrivare trionfalmente nella nuova stazione di Darwin.
Quel viaggio inaugurale ha segnato la fine di un cantiere interminabile e soprattutto unico: probabilmente questa è una delle ultime ferrovie transcontinentali costruite sul pianeta.
La sera scambio qualche parola con gli altri passeggeri. La cena è servita nel vagone ristorante, arredato in stile anni sessanta. La mattina dopo, al mio risveglio, resto sbalordito dal paesaggio che scorre dietro il finestrino: l'oro dei campi di cereali dell'Australia meridionale ha lasciato il posto all'ocra intenso del deserto centrale. Terra rossa a perdita d'occhio, dune e sporgenze rocciose colonizzate dallo spinifex, una pianta spinosa adattata ai suoli aridi. Alice Springs, nel cuore del massiccio delle MacDonnell ranges, è la prima fermata del treno. La citta' non ha molti motivi d'interesse: è attraversata dal fiume Todd, ormai in secca permanente, e parte della comunita' aborigena è alcolizzata.
Per la maggioranza dei viaggiatori, Alice Springs è solo una tappa, un punto di partenza verso altre destinazioni come il mitico monte Uluru, anche chiamato Ayres rock.
La tappa ad Alice Springs prevede una visita all'Olg Ghan museum, nella vecchia stazione ferroviaria: un piccolo museo dall'aria antiquata e kitsch, con i vagoni del primissimo Ghan che prolungano la senzazione del viaggio nel viaggio. I sedili di cuoio nero, le persiane di legno e le vecchie locomotive trasportano il visitatore negli anni trenta, ai tempi delle prime traversate intercontinentali: viaggi rocamboleschi in cui ritardi e cancellazioni erano all'ordine del giorno. Per mezzo secolo le piene del fiume Finke hanno interrotto regolarmente il tragitto del Ghan. Poi, nel 1974, le ferrovie del Commonwealth hanno deciso di cambiare il tracciato della linea e di mettere dei binari a scartamento piu' largo, in modo da consentire il passaggio dei treni merci. Il vecchio modello del Ghan ha fatto il suo ultimo viaggio nel 1980. Durante il viaggio vediamo sfilare stazioni e scambi, abbandonati e corrosi dal tempo: la vecchia strada ferrata, ormai trasformata in una pista, oggi serve da via d'accesso alle destinazioni piu' remote dell'Outback.
Alle sei di sera, mentre il sole scende su Alice Springs, il Ghan riprende il suo cammino verso il nord tropicale. Con i compagni di viaggio abbiamo formato un microcosmo ferroviario: ci salutiamo e ci osserviamo a vicenda. I passeggeri vengono da Adelaide, Sydney, Melbourne, ma anche dalla Corea, dai Paesi Bassi e dalla Gran Bretagna. Il Ghan è un tipico mito australiano, ma la sua originalita' è senza frontiere.
L'idea di completare la linea di Alice Springs a Darwin è stata rilanciata nel 1997,scatenando un lungo dibattito tra i proprietari dei terreni e gli ingegnieri civili. Il tracciato, lungo 1.420 chilometri, corre in pieno territorio aborigeno: qui ogni albero, ogni formazione minerale, ogni ruscello ha un suo significato secondo il "dreaming," la mitologia aborigena, che spiega la creazione del cosmo e stabilisce uno stretto legame tra gli aborigeni e la natura.
I consigli aborigeni del centro e del nord, insieme all'Autorita' di protezione delle aree aborigene (Aapa), si sono consultati molte volte per stabilire, caso per caso, dove collocare vie d'accesso e passaggi a livello. La posa dei binari è stata autorizzata solo a condizioni molto rigide.
Si avvicina la fine del viaggio. Per l'ultima volta il deserto srotola il suo tappeto rosso. Domani, l'ocra dell'Outback lascera' il posto al verde profondo della vegetazione tropicale del Top End. Le palme sostituiranno lo spinfex e noi ritroveremo il caos della citta'.
Negli scompartimenti nessuno parla. Ancora una volta lasciamo la parola al maestoso silenzio del deserto.

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