sabato 13 febbraio 2010

U.S.A. ("BARTLESVILLE" - OKLAHOMA).

LA CASA SULL'ALBERO.

Quando fu inaugurata, la Price Tower suscitò il sarcasmo di molti: sembrava troppo vistosa e fuori moda in un periodo in cui le facciate di vetro lucido, come quelle della sede delle Nazioni Unite a New York, stavano dando una nuova forma al paesaggio statunitense.
Business -Week scrisse che gli impiegati di Price erano "vittime della scomodità".
Harold Price, senza lasciarsi innervosire dall'impennata dei costi, difese il suo grattacielo e affermò che "le critiche sull'architettura del signor Wrigt sono basate solamente su difetti minori, come le finestre mal isolate.
Nessuno ricorda la bellezza e l'efficienza del progetto".
Che non sia proprio questo il vero effetto Bartsville?
La Price Tower mi era sembrata non solo umile e bella, ma anche un luogo profondamente tranquillo, evidentemente la stessa cosa che pensava il signor Price rintanato al diciannovesimo piano.
Durante la mia seconda notte in città c'è stato un temporale.
Il cielo risplendeva alla luce dei fulmini e la pioggia scendeva a catinelle, facendo risuonare sui pannelli di rame una complessa serie di rullate di timpani e di arpeggi sgocciolanti.
Sembrava di stare in una casa sull'albero.
Credo che fosse esattamente quello che Frank Lloyd Wrigt aveva in mente.

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