lunedì 1 febbraio 2010

LITUANIA.

IL RISVEGLIO LITUANO.

"Vilnius, capitale europea della cultura per il 2009, vista da un giornalista moldavo.
La città baltica ha saputo sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'Ue".

Anche se hanno lo stesso numero di abitanti, e cinqunt'anni di storia in comune nell'Unione Sovietica, la Lituania e la Moldova sono oggi due paesi molto diversi.
La Lituania ha relegato nei musei il dolore vissuto durante l'epoca sovietica e ora, da quattro anni, sfrutta a pieno lo status di membro dell'Unione europea.
La Moldova, invece, è separata dall'Unione da un confine con il filo spinato e deve ancora risolvere il conflitto con la regione separatista della Transinistra.
La sensazione che si prova dopo aver visitato la Lituania e parlato con i suoi abitanti è che la mentalità balcanica è superiore in tutto e pertutto a quella moldava.
Durante il mio soggiorno di una settimana a Vilnius non ho visto neanche un poliziotto per le strade, cosa assolutamente stupefacente per chi viene dalla Moldova.
I poliziotti in servizio vicino alle sedi delle istituzioni sono in borghese, e le uniche persone in alta uniforme sono i soldati addetti all'alzabandiera: una cerimonia che si ripete, soprattutto per i turisti, ogni domenica alle 10.45.
In questa città la parola d'ordine è pulizia.
Un aspetto che contribuisce a valorizzare l'antica architettura della capitale lituana,un'eredità del passato che il regime comunista, per fortuna, non è riuscita a distruggere.
Inoltre Vilnius ha restaurato i suoi monumenti, per prepararsi al meglio a diventare la capitale europea della cultura per il 2009.
Durante la campagna elettorale del novembre 2008 è stata vietata la pubblicità per i candidati sia sulle tv locali sia per le strade.
"Una decisione che è stata presa per prevenire il finanziamento illegale ai partiti e il riciclaggio del denaro, una pratica molto comune tra gli uomini d'affari russi", mi spiega Marius Laurinavicius, vicecaporedattore di Lietuvos Rytas, il più importante quotidiano lituano.
Qui la stragrande maggioranza della popolazione è favorevole all'Unione europea e all'alleanza atlantica.
Inoltre non esiste nessun partito di populisti o di nostalgici del comunismo che promettono di ridurre il prezzo del pane.
Petras Austrevicius, che è stato il negoziatore capo durante il processo di adesione della Lituania all'Unione europea, afferma che il cammino è stato lungo e faticoso, ma che ne è valsa la pena.
L'adesione è stata possibile grazie a una forte volontà politica e al sostegno popolare, su buone basi sociali e economiche.


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