venerdì 12 febbraio 2010

U.S.A. ("BARTLESVILLE" - OKLAHOMA).

QUI SI E' CERCATO di applicare lo stesso principio usando quattro piccoli ascensori, che hanno delle cabine formate da esagoni regolari.
"Non si preoccupi, prendo il prossimo", mi ha detto un signore con la valigia, quando l'ascensore si è fermato a un piano intermedio.
Per fortuna.
Sarebbe stato come condividere un box doccia.
La portata ufficiale dell'ascensore era di 680 chili, probabilmente uno scherzo dell'ingegniere che lo ha costruito.
La mia stanza al settimo piano era un ex ufficio che mostrava una grande avversione per gli angoli retti, soprattutto a causa della sua doccia trapezoidale.
Le camere sono state progettate dall'architetto newyorchese Wendy Evans Joseph, che ha sempre detto di non voler realizzare degli interni in stile "finto Lloyd Wrigt".
E infatti sembrano avere lo stile moderno tipico dei piccoli hotel di lusso.
Il ristorante e il bar (Copper Rame) si trovano al quindicesimo e al sedicesimo piano e anche qui gli spazi ristretti sono sfruttati al massimo.
Il ristorante ha due terrazze, in parte coperte da pannelli di rame.
Somigliano un po' al nascondiglio segreto del cattivo di "Austin Powers" e sembrano il posto giusto dove sorseggiare del vino e progettare il dominio del mondo, mentre il sole cala sulle Osage hills.
Le Prince Tower è un luogo accattivante, e chi ci abita non sente mai il desiderio di lasciare l'edificio.
Realizzando forse il sogno di Wright: un ambiente autosufficente.
Passeggiando per Bartlesville ho ammirato i palazzi dei primi petrolieri.
Poi ho visitato la città di Dewey e le sue bancarelle d'antiquariato.
Grazie al boom del settore petrolifero l'Oklahoma è un terreno fertile per le anticaglie, provenienti dalle soffitte.
Io ho trovato un proiettore per diapositive, una zuccheriera di vetro a forma di arancia e una guida della fiera mondiale di New York del 1964.
Il tutto per meno di sei dollari.
Ho visitato anche il vicino museo Phillips 66, molto più interessante di quanto avessi immaginato.
Lì ho capito che gli hula hoop, fatti usando un additivo per la benzina o una resina plastica, sono molto più complicati di quanto si possa immaginare.
Nel 2003 il New York Times ha definito Bartlesville un'aspirante "Bilbao dove si mangia pollo fritto", riferendosi al progetto di un nuovo centro artistico ai piedi delle Price Tower.
Un'ala della costruzione è stata commissionata all'architetta irachena Zaha Hadid e un modello del centro mostra una struttura a forma di boomerang posizionata attorno al grattacielo.
La costruzione è in fase di studio, in attesa dei finanziamenti necessari.
Ho passato gran parte del tempo nella mia stanza, provando la piacevole sensazione di sapere che in fondo era proprio quella la meta del mio viaggio.
Lì ho cercato su Google la frase "effetto Bilbao", un metodo per rilanciare l'economia di una città dimenticata, costruendo edifici d'avanguardia.
I risultati erano più di diecimila.
Invece cercando " effetto Bartlesville" non ho ottenuto nessun risultato.
Questo dato ci dice qualcosa sul cambiamento del ruolo dell'architettura come mezzo di sviluppo economico.
La Price Tower non è mai stata al centro di un piano locale per favorire il turismo.
E' stata più che altro un gesto di generosità di Harold Price nei confronti della gente di Bartlesville, miscelato a un po' di egocentrismo.

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