martedì 2 febbraio 2010

LITUANIA.

"LA LITUANIA è stata obbligata a soddisfare tre condizioni supplementari oltre a quelle imposte a tutti gli altri paesi che si preparavano ad aderire all'Unione europea: riformare l'agricoltura, risolvere il problema del transito per l'enclave russa di Kaliningrad e trovare una soluzione alla questione nucleare" (la Lituania continua a sfruttare una centrale nucleare di tipo sovietico, Ignalina), spiega Austrevicius.
Inoltre ci tiene a dirmi che dal 2004, l'anno dell'adesione, in Lituania sono cambiate molte cose.
Gli scambi commerciali con la Federazione russa aumentano ogni anno del 40 per cento.
Anche se gli stati baltici sono quelli che pagano il gas russo al prezzo più caro, perfino più caro di quello che paga la ricca Germania.
Dopo l'adesione all'Unione europea, gli agricoltori lituani hanno approfittato a pieno delle sovvenzioni europee.
Non è stato facile perchè la metà della popolazione lavora la terra e i contadini si sono dovuti adattare alle regole comunitarie: far registrare le loro aziende agricole e rispettare degli standard di qualità.
I giovani agricoltori sono stati incoraggiati a creare nuove aziende e, presto, i prodotti lituani sono diventati competitivi sul mercato europeo.
La viceministra dell'agricoltura, Virginija Zostautiene, mi ha spiegato che il processo di restituzione delle terre confiscate ai proprietari durante la collettivizzazione sovietica si è quasi concluso.
Il numero di alberghi in Lituania è raddoppiato dopo l'ingresso nell'Ue, e anche il numero dei turisti è notevolmente aumentato, raggiungendo la cifra di due milioni all'anno.
La maggior parte arriva da paesi vicini, come la Bielorussia e la Polonia, ma anche dalla Germania e dalla Gran Bretagna.
Inoltre il governo di Vilnius è riuscito a concludere con il presidente della Bielorussia, Lukashenko, un accordo di libera circolazione che permette agli abitanti delle regioni vicine alla frontiera di recarsi senza visto in Lituania. Il governo moldavo, invece, non ha voluto fare la stessa cosa con la Romania.
La crescita degli introiti legati al turismo è favorita da una buona rete stradale e dalle ottocento case contadine sparse in tutto il paese, ristrutturate e affittate ai turisti.
A Druskininkai, stazione balneare del sud del paese, la vicesindaca Kristina Miskiniene racconta che la città era in agonia quando nel 1991 c'è stato il crollo dell'Unione Sovietica.
I turisti erano scomparsi, gli abitanti non avevano più lavoro e stavano lasciando il paese.
Per risolvere la situazione le autorità cittadine hanno tentato di attirare investitori offrendogli numerose agevolazioni, compreso l'esonero dei tributi locali.
Un po' alla volta la città si è ripresa e ora ha una struttura balneare, costruita con i fondi europei, che è la più importante della regione.

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